L’aria è di tutti. Nessuna organizzazione, nessuna persona, nessun paese è proprietario dell’atmosfera. E’ un bene comune. Appartiene a tutti. E quando diciamo «ci appartiene» non intendiamo solamente a noi esseri umani, ma a tutti gli esseri viventi sulla Terra.

ALLA LUCE DI QUESTO, un grande punto interrogativo fa capolino nelle nostre teste: Chi si prende cura della nostra aria? E una contro-domanda semi-seria (secondo te?) accompagna un eloquente disegno con fumi di ciminiere e saette di velocità.

E’ UNO DEI TANTI MESSAGGI riflessivi del libro illustrato Prendere aria, prendere il sole, tradotto e pubblicato da Hopi edizioni. Si tratta di un testo double face. Nel senso che a metà circa va girato e letto dall’altra parte. La metà sull’aria è dominata dai colori azzurro e nero; quella sul sole dal giallo e dal nero.

OBIETTIVI: «INFORMAZIONE, attività, pagine per respirare profondamente, altre pagine per divertirsi». Target: bambini e adulti, ognuno con il proprio ritmo e ognuno soffermandosi su questa o quella pagina. Davanti al sole, tutti dovremmo ricordarci «della fortuna che abbiamo: una stella alla giusta distanza, la luce, il calore, tutta la varietà della vita» (sì, si spegnerà un giorno e finirà tutto. Ma abbiamo ancora 5 milioni di anni).

COSI’ COME IMPRESCINDIBILE è lo strato quasi irreale che avvolge il nostro pianeta, «una pellicola gassosa che ci fa da scudo protettore, da filtro, da casco, da termostato, da cappello, uno strato che mantiene tutto in equilibrio e che, per via delle attività umane, si sta alterando».

OFFRENDO CON TONO semplice e informazioni rigorose (grazie a quattro scienziati revisori debitamente ringraziati e ritratti: un’astrofisica, un climatologo, un biologo e un ornitologo) si spiegano curiosità e virtù del sole, centro della vita malgrado la sua enorme distanza media dalla Terra (1 au, unità astronomica).

LA PARTE INTERATTIVA del libro contempla disegni affidati ai lettori, indovinelli, approfondimenti proposti (le risposte si cercano su Internet o altrove), misteri buffi. Come la storia dell’elio, scoperto nel XIX secolo da due astronomi, che «diventò la prima (e fino ad adesso l’unica) sostanza a essere stata identificata nello spazio prima che sul nostro pianeta».

UN’ALTRA CURIOSITA’: la piccola rana Phyllomedusa sauvagii ha con il sole un rapporto simile a quello di tanti umani visto che usa la crema protettiva per non scottarsi: secerne dal collo una sostanza e con le zampette se la spalma, ben attenta. Da non perdere anche l’orologio floreale (forse non molto preciso, ma dopotutto non importa) inventato da Carl Linnaeus; e la gara fra i fiori più mattinieri.

E’ MOLTO IMPEGNATIVO il compito del sole nell’orientare gli uccelli migratori: lo usano come bussola, riferimento e naturalmente calendario – inoltre, pur essendo guidati dall’istinto dimostrano di imparare, perché quando invecchiano riescono a correggere le rotte quando le correnti dei venti cambiano.

MA VOLANO ANCHE I SEMI, soprattutto quelli alati (della Alsomitra macrocarpa, una pianta della famiglia delle zucche e dei cetrioli). Quanto a noi umani, attenzione a non avvicinarci nemmeno al «limite di Armstrong»… chi lo conosce? Chi pensa all’astronauta dell’Apollo 11 sbaglia. Non erano nemmeno parenti.