Visioni

Un laboratorio di idee da condividere con il mondo

Un laboratorio di idee da condividere con il mondo

Note sparse «Linger Like Joy in Memory» di Evan Parker e l'ensemble Dissonanzen, registrazione del concerto tenuto il 6 giugno 2014 al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 19 giugno 2019

Quante sono le tappe fondamentali nella carriera, tuttora in corso e apertissima, di Evan Parker? Innumerevoli, data la sua attività frenetica di solista improvvisatore (sax tenore e soprano) e di leader nelle più varie combinazioni dai primi anni ’60 del secolo scorso a oggi. Musicista radicale, molto radicale. Individuare le situazioni clou è opera da ricercatore certosino. Ma ogni tanto si presenta la possibilità di cogliere un momento che si può ben definire storico. Magari un disco. Magari questo cd intitolato Linger Like Joy in Memory (etichetta Black Sheep Power Desco Music). Autori: Evan Parker e Dissonanzen.

SI STA PARLANDO della registrazione e della curatissima edizione su cd del concerto tenuto il 6 giugno 2014 al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli. Parker e il Gruppo Dissonanzen hanno preparato l’evento con attenzione e ne hanno percepito la straordinarietà con una carica emotiva fortissima. Si avverte subito, dopo i primi suoni, che proprio questo è successo. Non si può sbagliare. Like Light Dissolved in Star-showers, il primo brano, inizia con suoni lunghi di sax e di violoncello, canti del desiderio della rivolta della nostalgia di un «divenire sperimentali». Poi tutto il collettivo agisce in polifonie molecolari così fuori norma (la norma della free music, che pure esiste, e purtroppo), così terse nelle loro linee. Così veementi e così meditate. Informali e liriche. È musica dell’istante e musica della composizione maturata nel pensiero sui destini della musica, sul conflitto sociale e sul bisogno di libertà in un tempo sempre più segnato dall’oppressione.

PARKER è sempre al sax soprano. Suona sequenze «senza gravità», materiche e siderali, e sequenze che hanno come una tensione verso la cantabilità. Lo stesso fanno i suoi meravigliosi partner. Nomi importanti: Tommaso Rossi al flauto (un angelo della musica antica), Marco Sanniti alla tromba (perché non vince mai al referendum di Musica jazz? È un grande come dimostra una sua traccia dove è il protagonista assoluto), Marco Cappelli alla chitarra, Ciro Longobardi al pianoforte, Francesco D’Errico al synth, Marco Vitali al violoncello, Ron Greco al contrabbasso, Stefano Di Costanzo alle percussioni. Questa è musica attuale veramente. C’è il laboratorio delle idee e c’è la voglia di comunicare con una sorta di urgenza espressiva. E poi la voglia di mostrarsi sensibili, fragili, ricchi di conoscenze, squassati dall’esperienza e dal fare esperienza in ogni secondo che passa.

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