Un grande lavoro mandato in fumo
Parco del Cilento Mezzi e personale ridotti: il risultato delle gravi scelte della regione e, prima, del governo
Parco del Cilento Mezzi e personale ridotti: il risultato delle gravi scelte della regione e, prima, del governo
Oggi il presidente del Parco del Cilento Tommaso Pellegrino, dopo più di un mese di riflessione, trascorso lungo il sentiero degli innamorati di Ascea e i selfie con brindisi a villa Matarazzo, intervenendo su 105 tv si è accorto della spinosa questione degli incendi nel territorio del Parco e della chiusura della sua sala operativa effettuata inspiegabilmente dalla regione Campania.
In pochi giorni la sala operativa del Parco, fiore all’occhiello tra tutte le sale operative regionali, unica ad essere dotata di un sofisticato sistema di videosorveglianza, realizzato dal Parco e denominato «Mercurio» (una ottantina di telecamere dislocate su tutto il territorio che consentono ai funzionari della sala operativa di monitorare in tempo reale gli incendi nel parco e costato circa cinque milioni di euro) è stata retrocessa a rango di semplice sala operativa della comunità montana Gelbison. Con tale retrocessione il territorio del Parco Nazionale del Cilento e le aree contigue vengono privati di un altro importante centro decisionale e ulteriormente marginalizzati.
Per meglio capire la gravità delle scelte regionali e cioè di chiudere la So (Sala Operativa) del Parco, bisogna fare un passo indietro e andare alla decisione, ancora più grave, di abolizione del Cfs (Corpo forestale dello stato) effettuata dal governo Renzi, che di fatto ha tolto al territorio del Parco la presenza capillare di personale competente e preparato e che la regione ha sostituito con un esiguo numero di personale regionale formato in tutta fretta e di stanza tra Salerno e Foce Sele, che impiega ore per arrivare sul luogo degli incendi che si sviluppano nel Cilento per via della grande distanza che un territorio più grande della Valle d’Aosta ha con il capoluogo provinciale.
Con la nuova organizzazione del servizio, che prevede l’invio del Dos (direttore operativo dello spegnimento) esclusivamente da Salerno, i tempi di attacco al fuoco sono passati da meno di trenta minuti a più di due ore, tempi che sicuramente si amplificheranno nei mesi estivi con l’intensificarsi del traffico.
Tutto ciò in contrasto con gli sforzi fatti nel passato e qualche milione di euro spesi dalla regione per dotare le Sale operative di un recentissimo sistema informatico denominato Dss (sistema di supporto alle decisioni).
Con tale strumentazione i funzionari di sala radio, interfacciandosi con il Dos effettuano le scelte più opportune, scelgono le strategie per ridurre al massimo i tempi di intervento ed effettuano le eventuali richieste di mezzi aerei, consci che anche un minuto di ritardo potrebbe rendere l’incendio ingovernabile.
I danni avuti ai Sic (Sito di interesse comunitario) e Zps (Zone di protezione speciale) di Capo Palinuro e Monte Bulgheria, uniti a quelli del sito Unesco di Elea-Velia sono un chiaro esempio delle conseguenze causate dalla nuova organizzazione territoriale messa in atto da qualche scellerato dirigente regionale convinto, forse, che la regione Campania si fermi a Eboli.
* funzionario della Sala Operativa del Parco Nazionale del Cilento
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