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Un «Gran Piemonte» da vivere non solo per il gusto di pedalare

Bici «Un versante lungo e ininterrotto di vigne e di rive, un pendio così insensibile che alzando la testa non se ne vede la cima – e in cima, chi sa […]

Pubblicato più di un anno faEdizione del 6 luglio 2023

«Un versante lungo e ininterrotto di vigne e di rive, un pendio così insensibile che alzando la testa non se ne vede la cima – e in cima, chi sa dove, ci sono altre vigne, altri boschi, altri sentieri – era come scorticata dall’inverno, mostrava il nudo della terra e dei tronchi»

QUESTO SCORCIO DI LANGHE offerto dalle parole di Cesare Pavese sembra osservato dal sellino di una bicicletta, di cui lo scrittore era un grande appassionato. Allo stesso tempo il Piemonte tutto, dalle langhe alle risaie, dal fiume Po alle Alpi occidentali, dai borghi antichi alle città monumentali, sembra fatto apposta per essere visitato in lungo e il largo con il ritmo lento e lo sguardo profondo del ciclista. Una biodiversità paesaggistica e culturale dentro cui strade adatte per le due ruote si immergono, svelando tutte le mille sfumature di questo pezzo di nord Italia.

RENDE MERITO A QUESTA VIRTU’ non comune la più completa della guide cicloturistiche mai scritta per questa regione d’Italia, Piemonte Bike, di Albano Marcarini. Urbanista, cartografo, viaggiatore, l’autore offre ben più di una serie di dettagliati itinerari che attraversano il territorio da ovest a est, da nord a sud. «Mai pedalare per il solo gusto di pedalare» è la filosofia della guida: ogni tragitto è un percorso dentro la geografia, la cultura, l’antropologia, la storia e il presente dei luoghi.

PER RACCONTARLI CI SONO mille elementi, presi uno a uno: monumenti, ponti, canali, castelli, riserve, fontane, cascine, taverne, boschi, vigneti, ponti, ville, musei, cimeli, vino, cibi, un elenco che potrebbe essere infinito e che nemmeno una guida così esaustiva può contenere tutto, perché è davvero un Gran Piemonte. Anche le strade non lasciano spazio alla monotonia, sterrati bianchi che si inerpicano tortuosi sulle colline, tracce erbose che corrono lungo i crinali regalando panorami maestosi, ciclovie che percorrono le tratte di ex ferrovie infilandosi in vecchie gallerie, argini che seguono la corrente di fiumi e torrenti, grandi salite che portano ai valichi alpini, vie pavimentate che gironzolano dentro la città: tutte insieme compongono una rete a tratti protetta a tratti promiscua, a volte rilassante a volte faticosa, in direzioni note e consolidate oppure misteriose.

UNA VERA OPERA CHE ESSENDO guida non manca di concretezza. Come specifica l’autore, non si tratta di una serie di escursioni ideate nei ritagli di tempo libero, bensì di un repertorio ragionato di itinerari progettati e valorizzati da enti di vario tipo e natura, del pubblico e del privato, dotati di tracciamento GPS scaricabile gratuitamente, quando non tracciate sul campo.

OGNI ITINERARIO E’ CORREDATO di meticolose informazioni tecniche, logistiche e di sicurezza: cartografia, profili altimetrici, luoghi di ristoro e pernottamento. I 68 itinerari sono distribuiti in capitoli tematici corrispondenti a una partizione geografica e paesaggistica del territorio; quello dedicato a fiume Po offre un tripudio di paesaggi che da soli fanno una guida: lo si segue saltando dall’argine destro a quello sinistro, smilzo fra le colline, maestoso nelle pianure, smagrito dai prelievi e canali, rifocillato dal confluire di altri fiumi, solitario il più del tempo essendo Torino l’unica grande città che attraversa.

DORA BALTEA, TICINO, STURA, Sangone, Sesia, Tanaro costituiscono un altro capitolo pieno di biodiversità naturale e culturale. Nel capitolo dedicato alle pianure e intorno alle città le strade prendono i colori e i sapori dei frutteti, delle risaie, dei vigneti, in quello dedicato a colline e campagne il paesaggio si punteggia di boschi e pianalti diluviali, custodendo scrigni romanici e resti fossili dell’antico mare piemontese.

NON PUO’ MANCARE UN CAPITOLO dedicato alle strade dei vini, che mostra gli svariati modi con cui si dispongono le vigne in pianura, collina e montagna e svela i tesori delle zone vinicole meno conosciute. E poi arrivano le montagne e le vallate, attraversate da percorsi celebri: le storiche Via Napoleonica, e Via dei Romani, le strade militari come le straordinarie Assietta e la via dei Cannoni, gli itinerari religiosi, la griffata Panoramica Zegna, la strada del Sale e la strada più alta d’Europa, che arriva a 2991 mt di altitudine. Salita da campioni, come quelle dedicate a Coppi, Bartali, Gaul, strade a spire che salgono sulle Alte Langhe. Con o senza fatica, questo è più bel modo per conoscere il Piemonte.

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