Si chiama The human show il romanzo distopico scritto da Maggie S. Lorelli ed edito da Castelvecchi (pp. 180, euro 20). In un tempo non specificato ma che non è così lontano, l’umanità convive con gli androidi, costruiti a partire dalla combinazione di dna umano e memoria informatica, esseri immortali anche in grado di riprodursi. Il progetto di questa colonizzazione disumana è di Adam Yared, un individuo ricchissimo, che con i suoi viaggi su Marte ricorda molto da vicino Elon Musk. Yared, soprannominato «The starman» è anche l’inventore di «Nexus», la versione futuristica di un social network, un vero e proprio luogo spaziale separato dalla vita sulla Terra.

PER REALIZZARE L’AMBIZIONE della maggior parte dell’umanità – decimata dalle pandemie che si sono susseguite – di trasferirsi su Nexus per vivere come dei «byo», è necessario superare tre tipi di test, che valutano il profilo attitudinale e, infine, verificano che la candidata o il candidato siano davvero in grado di rispettare la regola più importante: «’sei disposto a rinunciare per sempre alle tue emozioni?’: questa è l’ultima domanda del test».
Nel romanzo, raccontato in terza persona da una narratrice omnisciente, seguiamo le vicende di vari personaggi e personagge: Filippo, per esempio, è un ex libraio costretto a trasformare la sua attività in un luogo adibito al gioco d’azzardo. Vive a Roma, di cui in alcuni punti del testo vengono anche descritti i quartieri e le trasformazioni che la nuova epoca tecnologica ha inflitto alla città. Per esempio, la metropolitana è stata pressoché dismessa e in generale le persone, costrette a un costante controllo, evitano di uscire di casa, seppure la proprietà immobiliare sia stata abolita.
Nella realtà fantascientifica descritta da Lorelli, infatti, chi possiede un appartamento deve obbligatoriamente permettere a chi ne è sprovvisto di bivaccare o di trasferirsi a lungo termine in casa sua. Filippo, per questa ragione, convive con una famiglia pakistana a cui è particolarmente affezionato e che cerca di proteggere: nel futuro immaginato nel romanzo, il razzismo è diventato una sorta di legge di stato per cui i bambini stranieri non vanno a scuola e le aggressioni nei confronti di chi non è europeo sono all’ordine del giorno.

MARYA, L’ALTRA PROTAGONISTA, a seguito di una serie di sofferenze amorose, ha deciso di candidarsi per diventare un personaggio di Nexus ed è stata accettata. Lì raccoglie followers attraverso le sue performance canore condivise tramite delle stories. È una «idol» che viene corteggiata virtualmente da milioni di uomini con cui intrattiene relazioni esclusivamente fittizie, fino a che a contattarla non sarà Filippo…
Grazie al suo successo in termini di visibilità le viene anche permesso di ricevere un «automan», un essere umano robot, con cui instaura una convivenza dall’esito terrificante: nel dna che è stato installato nell’androide è rimasta la memoria del patriarcato, per cui quando l’umanoide di nome Daniel scoprirà che Marya è in realtà innamorata di Filippo per una gelosia atavica e brutale abuserà di lei fino a quasi ucciderla.
Il romanzo di Lorelli, che ambisce a inserirsi nel prestigioso genere letterario della fantascienza femminista, cerca di tenere insieme molte cose: le aberrazioni del neoliberismo, i pericoli della automazione e soprattutto la perdita di valori comunitari, già in atto nel nostro presente, per cui è preferibile: «rinunciare definitivamente alle relazioni sociali in cambio del brivido perenne del successo. Non più persona, ma personaggio».