Visioni

Un dittico cubano di Tommaso Santambrogio al Farnese di Roma

Un dittico cubano di Tommaso Santambrogio al Farnese di RomaLav Diaz in "Taxibol"

Cinema Nuovo appuntamento della rassegna Solo di Martedì, il 2 aprile alle 19. Saranno proiettati il cortometraggio "Gli oceani sono i veri continenti" e "Taxibol", protagonista: Lav Diaz

Pubblicato 7 mesi faEdizione del 2 aprile 2024

Oggi a Roma un nuovo appuntamento della rassegna Solo di martedì, al cinema Farnese alle 19, con una doppia proiezione alla presenza del regista Tommaso Santambrogio. Classe 1992, l’autore si è fatto conoscere con il lungometraggio Gli Oceani sono i veri continenti, presentato all’ultima Mostra del cinema di Venezia alle Giornate degli autori.

A ROMA Santambrogio presenterà un dittico girato per le strade di Cuba. Taxibol vede come protagonista il grande regista filippino Lav Diaz, con cui Santambrogio ha studiato e collaborato. «Che cos’è una conversazione? Uno scambio verbale tra due persone che non parlano la stessa lingua è un dialogo? L’osservazione di questo confronto può dare origine a una ricostruzione della realtà che per ciò che porta in scena non può che essere inequivocabilmente vera? Quanto l’appartenenza a un luogo e a una cultura ci condanna ma allo stesso tempo ci rende irrimediabilmente umani? » così recitano le note di regia. Nel film, in bianco e nero – tratto che unisce Santambrogio a Lav Diaz – quest’ultimo interpreta se stesso mentre, in auto, discute con un tassista cubano, Gustavo Flecha. Presto emerge però la ragione che ha spinto il regista sull’isola: la ricerca di un ex generale scappato dalle Filippine dopo la dittatura di Marcos.

Insieme a Taxibol verrà proiettato il cortometraggio Gli oceani sono i veri continenti (intitolato come il successivo lungo a cui si faceva riferimento sopra, di cui costituisce il primo nucleo). Protagonisti Alex e Edith, due giovani la cui storia d’amore si intreccia al paesaggio cubano, nello spazio del ricordo e della distanza. La loro quotidianità è fatta di luoghi e gesti intimi, di edifici in rovina, di nostalgia istantanea, e attraverso i dettagli della loro esistenza ricostruiscono il contesto sociale e il lento declino del sistema castrista.

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