Si intitola Voli nel vento. Poesie in libertà ed è la raccolta che comprende tutti i versi di Leonardo Altieri (Il Ponte Vecchio, pp., 235, euro 16). La formazione sociologica di Altieri, che ha insegnato a lungo l’Università di Bologna e ha pubblicato numerosi saggi, non ha ostacolato la sua passione poetica cui ha delegato il suo percorso biografico dipanato in questa silloge che comincia con i primi componimenti giovanili fin dal 1964, all’età di 16 anni. Si collocano nella prima delle tre parti del volume («Voli di passero», cui seguono «Voli nel movimento» e «Voli dal castello») le poesie brevi che raccontano la curiosità di un ragazzo da subito allenato nello sguardo sul mondo, sia esterno che interno. Germina la freschezza di un occhio sognatore che cerca Dio, perché solo, e perché ancora non sa amare mentre si smarrisce nella vastità della natura. Piano accediamo alla costruzione della identità dell’autore, che suggerisce la mappa delle sue idee sia politiche che sentimentali, fatti che lo scuotono mentre l’ingiustizia avanza. Così leggiamo una poesia in morte di J. F. Kennedy, oppure quella dedicata all’alluvione di Firenze, come a Gagarin nel 1968. Da qui in avanti si aprono geografie care all’autore: Angola, Guinea, Mozambico, «ghetti di dolore», e poi ancora Harlem, i deserti palestinesi e le risaie vientnamite, del Laos e della Cambogia, infine il Cile. Si affaccia la lotta e l’impegno di Leonardo Altieri nel Sessantotto e nei movimenti degli anni a seguire. C’è spazio anche per figure carismatiche come Amilcar Cabral e per altre rivoluzioni, private e «frementi» per esempio l’attesa dei figli Linda e Lucio. I Voli nel vento possono liberarsi ancora una volta, in altre ricerche. E in altre vite che non sono la propria.