Un «decreto salsiccia» su taxi e aerei: soluzioni tardive e proteste
Il caso Dopo i prezzi alle stelle un tampone a Ferragosto. Tensioni sul fronte di terra con i tassisti. La Unica Cgil annuncia uno sciopero. Il ministro al "Made in Italy" Urso soddisfatto per le norme
Il caso Dopo i prezzi alle stelle un tampone a Ferragosto. Tensioni sul fronte di terra con i tassisti. La Unica Cgil annuncia uno sciopero. Il ministro al "Made in Italy" Urso soddisfatto per le norme
In uno dei due decreti «salsiccia», indigeribili e con dentro tutto e il contrario di tutto, il governo ha preso decisioni non risolutive e tardive sui trasporti di terra e di aria che hanno rafforzato i malumori già circolati negli ultimi giorni, quando sono iniziate a circolare le prime bozze.
IL PRIMO FRONTE è quello del «caro-voli», le speculazioni sulle aste online, intermediate dalle piattaforme che raggruppano le offerte, che si sono aggiunte a quelle delle compagnie non solo «low cost». Nel «Dl Asset», così chiamato in violazione del sedicente nazionalismo linguistico sbandierato dall’esecutivo, sarebbe stata vietata la fissazione dinamica delle tariffe da parte delle compagnie aree. Le tariffe dovrebbero essere modulate in relazione al tempo della prenotazione nel caso in cui la fissazione sia applicata 1) su rotte nazionali di collegamento con le isole (ad esempio Sicilia e Sardegna); 2) nel caso in cui avvenga o durante un periodo di picco di domanda legata alla stagionalità o in concomitanza di uno stato di emergenza nazionale; 3) nel caso in cui ci sia un prezzo di vendita del biglietto o dei servizi accessori, del 200% superiore alla tariffa media del volo. E, se fosse, del 150% più alta? A quanto pare sarebbe accettabile. Sarà inoltre considerata «pratica commerciale scorretta» l’utilizzo di procedure automatizzate di determinazione delle tariffe – da e per le isole, ossia laddove sussistono esigenze di continuità territoriale.
PER ADOLFO URSO, il ministro con la dicitura più anglofona del governo «sovranista», il «made in Italy» queste norme dovrebbero «aver fermato quell’asta dei voli che si determina in alcune condizioni e comporta un arbitrio» per le compagnie aeree «che ora non sarà più consentita». Lo sarà, forse, tra qualche giorno, verso Ferragosto. Ci si chiede cosa abbiano fatto al governo negli ultimi mesi, mentre le pratiche erano già più che evidenti. Per ora hanno messo un tampone, insufficiente. Per Aicalf, l’associazione che riunisce le compagnie low cost, il decreto «crea un pericoloso precedente». Per Assaereo e Ibar che rappresentano rispettivamente i vettori italiani (tra cui Ita Airways) e quelli che operano in Italia, contrasta con le norme europee e arrivano «in assenza di un preventivo confronto». Per Urso sarebbe avvenuto il 20 luglio scorso davanti al Garante per la sorveglianza dei prezzi. Qualcuno doveva essere distratto.
SUL FRONTE DI TERRA, servizio pubblico non di linea, i toni ieri erano senz’altro più acuti. A metà pomeriggio, mentre era in corso un tavolo al ministero dei trasporti, e il governo stava iniziando il consiglio dei ministri, Unica Cgil – la categoria che organizza i tassisti – ha fatto irruzione sulla scena usando toni molto decisi: «Non saremo né sodali né collusi con governi e ministri che vogliono distruggere il servizio pubblico» .
LA SITUAZIONE, in questo caso ieri appariva paradossale. A città metropolitane e comuni più grandi il governo avrebbe dato la possibilità di assegnare nuove concessioni temporanee. Ma, a quanto pare, la legge esistente darebbe già tale potere ai sindaci. Così come sarebbe stata già formalizzata la possibilità di attivare le cosiddette «doppie licenze». Sarebbe stata esclusa l’ipotesi di cumulabilità delle licenze definitive. Lo stop è avvenuto dopo l’annuncio di uno «sciopero generale e una mobilitazione» fatta da Unica Cgil secondo la quale «invece di affrontare e operare per risolvere i problemi strutturali del trasporto pubblico di linea, trovano il tempo e impegnano apparati dello Stato per smontare la legge 21/92». «Il vero obiettivo è solo quello di smantellare il servizio pubblico taxi, per fornire macchine e autisti al servizio del nuovo caporalato gestito dalle multinazionali».
IN ATTESA di un chiarimento della situazione, ieri Urso ha descritto il piano del governo. I tenui interventi sul «caro-voli», come la scarsità dei taxi preoccupa questi politici liberisti, impensieriti dal fatto che le speculazioni, o la carenza di macchine, possa bloccare l’afflusso dei turisti in coincidenza dei «grandi eventi» sui quali funziona un paese ostaggio dell’industria del turismo.In vista del Giubileo, dell’Expo, delle olimpiadi di Milano-Cortina, ha detto Urso, «dobbiamo rispondere ad una domanda del mercato».
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