Italia

Un consiglio superiore della sanità lottizzato, costoso, inutile

Le nomine fatte dalla ministra Lorenzin per il Consiglio Superiore della Sanità (Css) hanno suscitato risentimenti e polemiche. Alcuni deputati con finta ingenuità hanno chiesto alla ministra di poter conoscere […]

Pubblicato circa 11 anni faEdizione del 13 settembre 2013

Le nomine fatte dalla ministra Lorenzin per il Consiglio Superiore della Sanità (Css) hanno suscitato risentimenti e polemiche. Alcuni deputati con finta ingenuità hanno chiesto alla ministra di poter conoscere i criteri delle nomine,come se non si conoscessero o come se i loro partiti fossero estranei. In generale a protestare sono stati gli esclusi quindi le nomine non fatte e che per alcuni avrebbero dovuto essere fatte (poche donne,niente infermieri,niente medici non universitari ecc) cioè le omissioni colpose. Poco si è detto nel caso delle immissioni colpose, un vero e proprio caravanserraglio.
Una carovana che va dal medico personale di Berlusconi, ai parenti importanti, agli ex sottosegretari, agli emeriti dell’Accademia, agli amici degli amici, alle esigenze dei partiti ecc. Ogni nomina appare del tutto tecnica,quindi neutrale, ma ognuna di essa è connotabile da una relazione politica o da una amicizia di un qualche tipo. Vi è persino un giornalista che in passato è stato l’addetto stampa di un ministro della sanità.
Naturalmente vi sono anche le foglie di fico cioè le persone notevoli..ma per quello che conosco mi sembrano drammaticamente minoritarie e a quanto pare disponibili quando serve a turarsi il naso.
A giustificare questa specie di “zoo di Berlino” sono soprattutto i titoli accademici come se fossero in quanto tali una garanzia, cioè come se non conoscessimo come in Italia si va in cattedra e come si fanno le carriere universitarie. Il titolo accademico, di cui sia chiaro non mi sogno di negare l’importanza,in questi contesti clientelari rientra nell’argomentum ad homini quello che i logici considerano argomentazioni paraconsistenti e fallaci. Cioè né vere e né false. In pratica specchietti per le allodole.
Insomma la differenza che esiste tra un prestigioso circolo canottieri di Roma e il Css è una sola: sono entrambi dei circoli ma nel primo caso per farne parte si paga mentre nel secondo caso si è pagati dallo stato, cioè pagano i cittadini . Questa differenza oggi in piena spending review crea un imbarazzante problema politico e una profonda ingiustizia. In cosa consiste?
Il Css è stato istituito nel lontano 1847 con un regio decreto quale organismo tecnico-scientifico del ministero degli interni allora titolare della salute pubblica con funzioni di vigilanza e articolato in consigli provinciali. A quel tempo esso svolgeva le funzioni che oggi molto più efficacemente sono svolte da quel sistema articolato e complesso che ruota intorno ad un ministero della salute e che comprende, l’Agenas, l’Istituto superiore di sanità, l ‘Aifa e tante altre istituzioni Con l’attuale sistema istituzionale non c’è una sola ragione che giustifichi il mantenimento del Consiglio superiore della sanità. Tutte le sue competenze sono ampiamente garantite da altre qualificate istituzioni dentro e fuori il ministero. Per capire l’assurdità di questo inutile orpello messo al servizio della vanità di pochi raccomandati, basti ricordare che esso si occupa tra le varie cose di prevenzione, di sanità pubblica, di programmazione, farmaci, ricerca…ebbene per le stesse materia la Tab14 (bilancio previsionale del ministero della salute), prevede una assegnazione di spesa per il 2013 distribuita tra i vari dipartimenti ministeriali rispettivamente all’incirca di 87 milioni di euro, 34 milioni di euro, 205 milioni di euro, 373 milioni di euro, 445 milioni di euro. Che senso ha spendere tutti questi soldi per svolgere queste funzioni nelle loro sedi istituzionali elettive per poi duplicarle presso un ente inutile?
L’assurdità diventa massima se si considera che trai membri di diritto del Css ci sono tutti i dirigenti responsabili che dirigono, nel ministero e fuori, questi settori. Cioè sono duplicati financo i soggetti senza i quali il Css non si reggerebbe in piedi. Cioè vi sono persone che in contesti diversi si occupano due volte degli stessi problemi.
L’altra obiezione è che il Css nonostante sembri un parterre du roi quasi mai offre un qualche valore aggiunto all’elaborazione tecnico scientifica ordinariamente svolta dalle istituzioni sanitarie interessate e comunque compresa nella letteratura scientifica corrente. Cioè a parte il nome altisonante non è questo gran pensatoio che si crede.
Non ricordo una sola questione trattata dal Css che non fosse già stata trattata esaurientemente dagli organismi di merito. Del resto anche se vi fosse bisogno di coinvolgere saperi esperienze conoscenze scientifiche particolari, fare “adunanze” di approfondimento, la Tab14 prevede per queste eventualità compensi, rimborsi spese, consulenze da poter effettuare in tutte le articolazioni importanti del ministero della salute in particolare nei dipartimenti. Anzi quasi sempre avviene che certi referenti esperti del Css siano anche referenti esperti dei dipartimenti e delle altre istituzioni. Quindi ancora una duplicazione.
Insomma non esiste un motivo razionale per tenerci questo inutile carrozzone del quale dobbiamo pagare una presidenza, un comitato di presidenza, le sezioni di lavoro, le adunanze, gli apparati di sostegno, le segreterie tecniche, i gettoni di presenza, spese di ogni tipo. Per quanto esista da qualche parte una quantificazione di quanto costi allo stato il Css non sono riuscito a ricostruire il suo costo complessivo, pur rincorrendo decreti ministeriali e regolamenti. Quindi invoco il diritto alla trasparenza e chiedo alla ministra Lorenzin che renda pubblico lo spreco di denaro che rappresenta questo relitto di altri tempi. Anche se fosse di un solo euro.
Le critiche rivolte alla ministra Lorenzin alla fine sono tutte riconducibili ad un problema di consociativismo nel quale scienza e politica si intrecciano scambiandosi favori, e al quale, da quel che ho letto, in tanti tuttavia vorrebbero partecipare. Non si può tagliare sul diritto delle persone, sui servizi, bloccare i diritti contrattuali di chi lavora, spingere i più poveri verso l’abbandono…e nello stesso tempo finanziare con i nostri soldi “il circolo canottieri della sanità”e, meno che mai,chiedere di farne parte.

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