Un Cane a due code contro il razzismo
L'opposizione in piazza Pur di fermare Orbán e la deriva xenofoba in cui sta trascinando l’Ungheria hanno messo in campo tutto, anche un Cane a due code. Si chiama così infatti il movimento […]
L'opposizione in piazza Pur di fermare Orbán e la deriva xenofoba in cui sta trascinando l’Ungheria hanno messo in campo tutto, anche un Cane a due code. Si chiama così infatti il movimento […]
Pur di fermare Orbán e la deriva xenofoba in cui sta trascinando l’Ungheria hanno messo in campo tutto, anche un Cane a due code. Si chiama così infatti il movimento che, insieme ai partiti di opposizione, cerca di contrastare la politica «di odio verso i migranti» del governo. E lo fa usando come arma l’ironia. Nato nel 2006, il Magiar Kétfarkú Kutya Part, il partito ungherese del Cane a due code prova a far breccia nelle paure degli ungheresi ridicolizzando la massiccia campagna con cui l’esecutivo prova invece da mesi a convincerli a votare «No» al referendum di oggi sulle quote di richiedenti asilo che il paese dovrebbe accogliere.
Ai tanti cartelli governativi che tappezzano Budapest e le altre città e in cui i migranti vengono descritti come un pericolo per la società, gli attivisti del Kutya Part rispondono con altrettanti poster con messaggi ironici e sdrammatizzanti: «Sapevi che Bruxelles è una città?», oppure «Sapevi che un ungherese in media vede più Ufo che migranti nel corso della propria vita?». Una campagna che si pone come obiettivo quello di abbassare una tensione cresciuta oltre ogni limite proprio a causa di tanti messaggi xenofobi della Fidesz, il partito di governo nazional-populista , e dell’ultradestra di Jobbik.
Nella speranza di riuscire a convincere il maggior numero di persone a disertare le urne, invalidando così il referendum per la mancanza del quorum. Impresa non del tutto impossibile, dato che il quesito voluto a tutti i costi da Orbán ha spaccato il paese e più della metà degli elettori fin o a ieri sera non sapeva ancora se recarsi alle urne oppure no.
Ma in queste ore in cui c’è davvero poco da ridere, contro Orbán scende in piazza anche tanti ungheresi. Venerdì migliaia di persone hanno riempito la piazza davanti al parlamento esibendo cartelli a favore dell’Europa e dei migranti. «Siamo tutti persone», «restiamo umani», c’era scritto su cartoni tenuti alti sopra la testa di manifestanti. All’iniziativa hanno partecipato circa cinquemila persone, che per Budapest non sono certo poche. E per questa mattina è prevista sempre a Budapest una nova manifestazione contro il referendun e a favore dell’Europa.
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