In una conferenza alla scuola di cinema La Fémis a Parigi, Deleuze aveva insistito sulla natura narrante della filosofia, mettendola strettamente in relazione con la prerogativa al racconto che è propria del cinema e si avvera attraverso «blocchi di movimento/durata», a fronte della narrazione filosofica fondata su concetti, una trama di teorie, mi viene da dire: prospettive, punti di vista che quindi hanno insita la dimensione figurale come interpretazione dell’esperienza e della sua oltranza. Dottorini, nella sua prefazione al libro di Martina Puliatti, La rivoluzione interiore. Corpi senza organi nel cinema di David Cronenberg (ed. Aracne), definisce contaminazione questa compenetrazione...