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Un calcio al razzismo via social

Un calcio al razzismo via social

Sport Dal mondo del pallone arrivano iniziative di contrasto alla furia di episodi di intolleranza in Rete, specialmente sulle piattaforme

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 10 aprile 2021

Il boicottaggio dei social media contro i ripetuti casi di abusi e razzismo online. Dal calcio, finalmente, arrivano iniziative di contrasto alla furia di episodi di intolleranza in Rete, specialmente sulle piattaforme social. Lo Swansea, club gallese della seconda serie inglese (Championship), dall’8 aprile ha deciso di sospendere l’aggiornamento di contenuti sui suoi profili ufficiali (Facebook, Twitter, Instagram, Linkedin, Snapchat, YouTube e TikTok). Il silenzio digitale per sostenere la battaglia contro abusi e discriminazioni in Rete. Una decisione concordata tra staff tecnico, calciatori e dirigenza, sostenendo l’hashtag #EnoughIsEnough, con il club che ha anche inviato una lettera al Ceo di Twitter, Jack Dorsey e al presidente di Facebook (e Instagram) Mark Zuckerberg per ribadire e sollecitare l’impegno dei due colossi contro gli abusi online.

ALLO SWANSEA si sono associati anche i Rangers Glasgow, leggendario club scozzese che è tornato a vincere il titolo nazionale dopo aver conosciuto il fallimento e la retrocessione in quarta serie: gli account ufficiali della società resteranno in silenzio per una settimana. E hanno deciso di partecipare attivamente anche i calciatori della rosa dei Rangers, nessun aggiornamento dei profili ufficiali degli atleti, con la speranza, si legge nella nota del club, “che venga intrapresa un’azione chiara e diretta da parte delle persone che detengono la proprietà delle piattaforme social”. La richiesta è sempre la stessa, ovvero la possibilità di rintracciare – attraverso la registrazione alla piattaforma – chi si macchia di abusi, offese razziste, che invece si nasconde dietro account fasulli.

DUNQUE qualcosa si muove. Magari nella speranza che a seguie si aggiungano top club che contano su un pacchetto assai più ampio di seguaci sui social, come Barcellona, Real Madrid, Manchester United, Juventus. Recentemente è stato invece l’Arsenal, attraverso il suo amministratore delegato Vinai Venkatesham, a non escludere di mettere in pratica la stessa iniziativa di Swansea e Rangers. E qualche settimana fa proprio un simbolo dell’Arsenal, l’ex attaccante della nazionale francese e ora allenatore, Thierry Henry, ha deciso di sospendere l’attività dei suoi account ufficiali su Facebook e Instagram, luoghi definiti tossici, che raccolgono diversi interventi a base di razzismo e bullismo. Lo stesso Henry spiegava che i suoi profili sarebbero rimasti senza aggiornamenti fino a quando sia regolamentata l’attività sui social network. Henry negli anni si è sempre segnalato per la lotta all’intolleranza. Lo scorso anno ha concesso un’intervista, piuttosto discussa, al sito della Major Soccer League sugli episodi discriminatori subiti in carriera.

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