«Un buon lavoro per una battaglia di civiltà. La Bossi-Fini? Vedremo»
Intervista Giuseppe Brescia del M5S, presidente della commissione affari costituzionali della camera, parte della minoranza del partito che ha lottato per la regolarizzazione
Intervista Giuseppe Brescia del M5S, presidente della commissione affari costituzionali della camera, parte della minoranza del partito che ha lottato per la regolarizzazione
L’accordo nel governo sulle regolarizzazioni dei migranti alla fine è arrivato, dopo una trattativa che è stata un po’ un gioco delle parti, come si evince dal fatto che il capo politico del Movimento 5 Stelle Vito Crimi rivendica sostanziali miglioramenti sul tema dello scudo penale per i caporali mentre il resto della maggioranza sostiene che l’impianto del provvedimento è rimasto di fatto invariato. Di nuovo c’è che all’interno del M5S la parte di parlamentari, minoritaria, che si batteva per la regolarizzazione ha condotto una battaglia interna a viso aperto. E alla fine l’ha spuntata. Tra quelli che si sono adoperati per una soluzione positiva c’è il presidente della commissione affari costituzionali della camera Giuseppe Brescia. «Ritengo che si sia fatto un buon lavoro che darà risposte concrete a problemi di diversa natura – sostiene Brescia dopo aver letto il testo del dl – Per cominciare si affronterà efficacemente la criticità legata alla raccolta dei nostri prodotti nei campi. Poi, si sventeranno rischi relativi alla situazione sanitaria contingente e alla sicurezza. Al contempo questa maggioranza darà un ulteriore segnale nella giusta direzione nella lotta a mafie e caporalato e restituirà dignità a tante persone allontanandole dai margini della società. Abbiamo dimostrato di essere all’altezza della difficile situazione. Ringrazio le ministre Lamorgese e Catalfo per il lavoro di sintesi. Ricordo che la misura è rivolta anche agli italiani».
Al di là delle schermaglie tra partiti nella sostanza ritroviamo il testo originario. Si sono persi giorni preziosi?
La misura è contenuta in uno dei provvedimenti più importanti e complessi della recente storia repubblicana, quindi ogni approfondimento è giustificato dalla necessità di dare tutte le risposte che il Paese attende. Sono 55 miliardi, in pratica due leggi di bilancio insieme. Non si può sbagliare nulla. La regolarizzazione poi è immediatamente operativa. Le domande potranno essere inviate dal 1 giugno al 15 luglio.
Lei ha più volte sottolineato come la soluzione della vicenda degli stagionali alla fine fosse paradossalmente contenuta in una clausola del decreto Salvini, che consente in caso di calamità di concedere permessi di soggiorno. Ma in che modo questa maggioranza supererà davvero la stagione del salvinismo?
L’Italia scoprirà che Salvini mentiva un anno fa quando alla guida del Viminale diceva che gli irregolari erano al massimo 90 mila. Superiamo quella stagione cominciando ad introdurre nel nostro ordinamento soluzioni più concrete per la gestione di un fenomeno complesso qual è quello migratorio. Una forza di governo responsabile deve affrontare i problemi, non voltarsi dall’altra parte, ed è quello che stiamo facendo. È solo un primo passo, c’è ancora tanto lavoro da fare su questa materia.
Crimi ha a più riprese sottolineato l’esigenza di ancorare il permesso di soggiorno a un contratto di lavoro, richiesta che se da una parte serve a combattere lavoro nero e caporalato dall’altra ripropone la logica della Bossi-Fini. Anche sulla scorta del lavoro che la sua commissione ha fatto sulla proposta di legge Ero Straniero, non pensa che prima o poi bisognerà mettere mano alla legge madre della clandestinità?
In commissione continueremo a monitorare il fenomeno immigrazione grazie all’indagine conoscitiva che ho proposto un anno fa e che andrà avanti anche nel 2021. Abbiamo visitato il Cpr di Ponte Galeria e compatibilmente con le misure sanitarie faremo altre visite sul territorio. Dovremo valutare l’impatto della regolarizzazione e l’evoluzione di sbarchi e rimpatri. A seguito di questi ulteriori approfondimenti potremo decidere quali modifiche apportare all’ordinamento in materia.
In tutta questa vicenda il dibattito interno al M5S ha marcato una differenza rispetto al passato. Alcuni degli eletti favorevoli alla regolarizzazione hanno giocato di sponda con altri parlamentari della maggioranza firmando gli appelli circolati nei giorni scorsi. Cosa insegna tutto ciò, anche in vista della delicatissima vicenda del Mes?
Gli appelli trasversali hanno un valore, ma poi ognuno deve convincere i propri vertici all’interno del proprio gruppo. Io credo che quando vedranno i numeri delle domande di regolarizzazione molti contrari si accorgeranno di governare un paese reale diverso rispetto a quello che immaginavano. La regolarizzazione è una battaglia di civiltà. È un passaggio importante per l’interesse degli italiani, della salute e della sicurezza di tutti. Ci guadagna lo stato.
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