Un anno di «successi» tra nemici, bufale e cattive intenzioni
Dicono le malelingue che il governo sia affetto da una palese antipatia per chi non ha la pelle bianca. È una calunnia. La brochure con la quale FdI si prepara a festeggiare il primo anno a palazzo Chigi della loro leader prova che i “clandestini” si piazzano al secondo posto. Nemici numero uno sono i giovani e i poveri poco importa se stranieri o meno. L’opuscolo dedicato alla «Italia vincente» conta ben 35 «successi», molti dei quali sono per quelle due fasce di popolazione jatture. Primeggia l’abolizione del reddito di cittadinanza, cancellato «per tutelare i più fragili e incentivare il lavoro».
Lavoro sottopagato, s’intende, anche grazie all’eliminazione del solo elemento che garantiva una pur minima contrattualità. La guerra contro i giovani si articola poi nella repressione della criminalità minorile, e si sa che il problema nei ghetti è quello, nella repressione dei minacciosi rave, nell’investimento sui giovani «che si sono distinti negli studi», e degli altri chi se ne frega. Poveri e giovani si ritrovano di nuovo accomunati nella «guerra alle occupazioni abusive» (sic): una jihad. Manca all’appello, non essendo ancora stata varata, l’ultima perla, la norma per cui nel dubbio gli immigrati di età incerta saranno promossi a maggiorenni d’ufficio. Peccato.
IL LISTONE ANDREBBE per la verità scremato dalle cattive intenzioni spacciate per traguardi superati, come l’autonomia differenziata o la riforma fiscale, fortunatamente ancora confinate nel regno dei progetti criminosi. Il Piano Mattei, in sé, non rientra nel cupo novero: a farlo davvero non sarebbe così male. Però le scommesse sulla realizzazione lo danno 10 a 1 o peggio: da catalogarsi tra le pie intenzioni. Comunque sulla lotta contro gli immigrati, pardon «contro i trafficanti», i risultati parlano da soli. La caccia agli scafisti, ultima ruota del carro, ha dato risultati zero. In compenso ci sono «regole più stringenti per le Ong, prevalentemente finanziate da organizzazioni private straniere». Soros, ancora lui…
IL CATALOGO, PUR LIMITATO a pochi mesi, andrebbe aggiornato. Il primo punto vanta i risultati brillanti nell’economia, tralasciando i dati del secondo trimestre che hanno raggelato gli entusiasmi dei governanti e peggio degli investitori. I compilatori, distratti, hanno anche sorvolato sul calo dell’occupazione in luglio, pur avendo tutte le ragioni di celebrare l’impennata degli occupati che, al netto dei recenti inciampi, è reale. Il miracoletto però si deve essenzialmente a quelle misure esose alle quali la stessa destra addebita infiniti guasti, come il Superbonus. Se si decidessero a tracciare il bilancio con gli attivi e i passivi insieme invece che a turno e a seconda delle convenienze sarebbe più facile prenderli sul serio.
La lotta all’inflazione, che figura al secondo posto a braccetto con le «misure di giustizia sociale», somiglia un po’ a una beffa macabra: in fondo quel che ha fatto un governo austero come nessun altro è stato tagliare i ristori, a partire dalle accise, mica incentivarli. C’è il fiore all’occhiello della tassa sugli extraprofitti, certo, sempre che arrivi al traguardo senza essere stata trasformata in un guscio vuoto come sembra invece sempre più probabile.
L’opuscolo segnala anche che, solido come una roccia, il governo ha fatto quadrato intorno a quella misura barbara e indecente che si chiama «ergastolo ostativo». Oddio, e chi la minacciava? Un nemico potente: «il terrorista Cospito». In ogni caso «l’Italia è più sicura». Per la verità se si guarda ai dati e non agli strilli della destra stessa l’Italia era già uno dei Paesi sicuri al mondo, con una criminalità, secondo uno studio del ministero di Piantedosi del maggio scorso, «in costante flessione» dal 2014 al 2020, e una successiva lieve risalita dovuta però solo alle trasgressioni delle regole Covid. Non è un miracolo di santa Giorgia: quelli esistono solo nelle brochure dei suoi Fratelli.
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