Un amico chiamato Lenin
Figure del comunismo Il libro del nipote di Antonio Gramsci racconta la storia della famiglia degli Schucht, ossia della moglie dell'intellettuale. Un documento importante per capire i suoi rapporti con la Russia
Figure del comunismo Il libro del nipote di Antonio Gramsci racconta la storia della famiglia degli Schucht, ossia della moglie dell'intellettuale. Un documento importante per capire i suoi rapporti con la Russia
Antonio Gramsci è vivo e lotta insieme a noi. Non mi riferisco (solo) al grande marxista, ma a suo nipote, figlio del figlio Giuliano, che è nato in Unione Sovietica e vive in Russia, e che del nonno porta il nome. In Italia lo chiamiamo Antonio Gramsci jr. per non creare equivoci.
Esce ora un suo libro di grande interesse: La storia di una famiglia rivoluzionaria. Antonio Gramsci e gli Schucht tra la Russia e l’Italia (introduzione di Raul Mordenti, Editori Riuniti university press, pp. 234, euro 19,90) che parla della famiglia di Giulia, moglie di Antonio. Una lettura utile per capire il clima di quegli anni e illuminare i fatti di una storia da sempre oggetto di distorsioni. Il volume aiuta a capire la vicenda di Gramsci e i suoi rapporti con l’Urss, restituendo, in una corretta luce, fatti e personaggi, grazie a ricordi, testimonianze e a lettere inedite.
Eugenia, la militante
Protagonisti ne sono il vecchio Apollon e sua moglie Julija, tre delle loro figlie (Giulia, Eugenia e Tatiana) e i figli di Antonio e Giulia (Delio e Giuliano). Gli Schucht erano amici di vecchia data di Lenin, dagli anni delle persecuzioni zariste, tra confino, processi, esilio. Fu Lenin nel 1917 a garantire per Apollon, che aveva partecipato a diverse tendenze rivoluzionarie e che ebbe però dai bolscevichi, subito dopo la rivoluzione, vari incarichi importanti. Le difficoltà terribili in cui si dibatte il paese si ripercuotono drammaticamente anche sugli Schucht.
Eugenia è la più militante. Attivista di base dal ’17, fa un corso da fuciliere per partecipare alla guerra civile, diviene poi stretta collaboratrice della moglie di Lenin, Nadezda Krupskaja, nell’opera di ricostruzione della scuola sovietica. Si ammala (disturbi psicosomatici, causati dallo stress: una paresi alle gambe da cui guarisce solo a metà anni ’20). Carattere forte, si impone come vero capofamiglia, pur avendo contrasti con tutti i congiunti. Per la malattia viene sospesa dal partito e dopo la malattia, non verrà riammessa con argomentazioni bizzarre e con sua grande pena. Lenin è morto, Krupskaja caduta in disgrazia. «Sotto il dispotismo staliniano – scrive Antonio jr. – il legame storico degli Schucht con Lenin non era certo una salvaguardia: al contrario, poteva costituire un motivo di sospetto e una relazione pericolosa. Per non parlare del legame con Gramsci». Ma è lo stesso autore a precisare: il potere sovietico non maltrattò mai gli Schucht, che ebbero anzi piccoli privilegi, forse grazie a Togliatti.
Dal 1934 Giulia invia somme cospicue per il marito: la clinica Cusumano in cui Gramsci è stato ricoverato è molto costosa. «È improbabile che si trattasse di risparmi di famiglia», scrive ironicamente l’autore. Era lo Stato sovietico che provvedeva a Gramsci. In vista della riacquisizione della libertà, l’ipotesi di andare in Sardegna è per Gramsci un espediente per tentare l’espatrio non concesso dal regime e tornare in Urss. Lo afferma in modo esplicito anche una lettera inedita di Eugenia: Gramsci non medita di ritirarsi a vita privata nella sua isola, come è stato a volte scritto.
Giulia e l’epilessia
Sullo sfondo delle vicende politiche, i drammi di una storia famigliare complessa. Genia, che per prima ha conosciuto Gramsci e con lui ha avuto un flirt, rimane scottata dall’amore poi scoppiato tra Antonio e Giulia. Cercherà sempre di mettere in cattiva luce il cognato con gli altri famigliari, con argomenti però mai politici. Giulia, carattere più debole, diviene pian piano succube della sorella. Scopertasi incinta nella primavera 1926, non vorrebbe lasciare Antonio e Roma. Eugenia, che è con loro e patologicamente si spaccia per madre di Delio, impone il rientro in Urss.
Dopo l’arresto di Antonio, alla fine del ’26, Giulia inizia a soffrire di epilessia. Solo dopo anni Tania, rimasta in Italia, ne è informata, né si sa se Antonio fu mai messo a parte della malattia della moglie. Egli si sente abbandonato: Giulia non scrive non per colpa del regime, ma per la sua malattia, che vuole celare al marito.
Su tante altre vicende e persone, in primis Tania, il libro aggiunge nuovi particolari: non è possibile riferire su tutto. Non resta che leggerlo, per congetturare meno e capire di più.
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