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Un americano a Roma

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Il colonnino infame Francesco ha soltanto fatto una gaffe... O no?

Pubblicato 4 mesi faEdizione del 1 giugno 2024

Insomma, l’italiano non è per certo la Sua lingua madre, figuriamoci il romanesco… allora come stanno davvero le cose? Francesco ha soltanto fatto una gaffe per la quale si è comunque poi immediatamente scusato -come allo sfinimento ripete il direttore della sala stampa vaticano Matteo Bruni-, si è rivelato un omofobo -come dicono Zan e Nichi Vendola-, oppure più semplicemente «quanno ce vo’, ce vo’» -come dice il generale Vannacci-? A sostegno dell’ipotesi gaffe ci sarebbero alcuni illustri precedenti: in passato infatti, episodi di questo tipo sarebbero già capitati e mai trapelati. Pare, per esempio, che volendo redarguire qualcuno con intento assolutamente bonario, Francesco abbia talvolta adoprato la locuzione «a pischellè e vedi d’annàttene!», laddove quel qualcuno era magari il cardinale Zuppi che criticava l’autonomia differenziata. Così come, con l’intenzione d’indurre qualcun altro a maggiormente riflettere su una determinata questione, pare Francesco abbia testualmente esclamato: «aò, ma te ciai la capoccia pe’ spartì le orecchie!» laddove quel qualcuno era guarda caso il cardinale Zuppi che criticava il premierato. D’altra parte il Santo Padre, assolutamente convinto si tratti d’innocente convenevole in uso tra compagnoni, quando incontra il cardinale Zuppi quasi sempre lo saluta con un «maccarone, m’hai provocato e io me te magno!».

Ma nonostante questi episodi che certificano la Sua buona fede, per i giornalisti di sinistra Francesco è ora il nemico numero uno dei gay, e per quelli di destra è l’amico numero due dei patrioti dopo Vannacci. Così mentre i bacchettoni rossi se ne stanno lì col loro sinistro ditino alzato, le audaci penne nere un grosso dito destro lo rigirano nella piaga. È il caso del quotidiano Libero fondato da Vittorio Feltri e sfondato da Daniele Capezzone che soltanto pochi giorni fa titolava cubitale: «Altro che lapsus, Francesco ha usato il metodo gesuita: pochi scrupoli e molta franchezza nella lotta contro i vizi!»… neanche per loro quindi la denuncia della «frociaggine» sarebbe una gaffe ma espressione in coerenza con «l’apostolato delle parolacce» propugnato, asserisce Libero, niente di meno che da San Josemaria Escrivà de Balaguer fondatore dell’Opus Dei. E in linea con gli insegnamenti di Sant’Ignazio di Loyola, Libero sempre più libero, conclude così: «indignarsi senza porsi nella prospettiva missionaria sarebbe un po’ inutile, per non dire da checche».

Noblesse oblige.

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