Una partita di calcio della serie A produce in media circa 900 tonnellate di CO2, ma sarebbe stato interessante avere una valutazione anche delle partite delle Nazionali di calcio, visto che hanno un maggiore seguito. Per un certo tempo abbiamo creduto al Green Deal degli Europei di calcio che avranno inizio domani in Germania. Erano stati annunciati dall’ Uefa come la svolta green del mondo del pallone.

LA DECISIONE CHE IL CALCIO EUROPEO potesse dare un contributo alla sostenibilità ambientale, veniva anche dalla spinta dei recenti movimenti giovanili che si battono per la salvaguardia del pianeta. I giovani, come dimostra un recente studio, sono tra l’altro sempre meno interessati al grande schermo che trasmette i 90 minuti di gioco, infatti preferiscono vedere gli highlight di qualche minuto. L’ Uefa in un apposito documento aveva annunciato la svolta ecosostenibile del calcio con una serie di dichiarazioni di intenti, a cominciare da un’attenta programmazione della raccolta differenziata che avrebbe dovuto evitare la dispersione ambientale di bottigliette di plastica all’interno e nei dintorni degli stadi.

UN SECONDO OBIETTIVO ANNUNCIATO in pompa magna, è stato la valutazione dell’impatto ambientale di ogni singola Nazionale che partecipa agli Europei, prendendo in considerazione lo spostamento dei tifosi in aereo, treno e auto. Lo studio sperimentale condotto dall’Uefa in occasione degli Europei in Germania, sarebbe stato esteso ai club dei campionati di calcio dei singoli Paesi dell’Ue, per la valutazione delle politiche da mettere in atto per la riduzione delle emissioni di CO2. Alla retromarcia fatta nei mesi scorsi dalla Ue sulle politiche ambientali, si è unita anche l’Uefa, infatti nulla di quanto annunciato è stato messo in pratica, l’unica scelta «ambientalista» che vanta il massimo organo del calcio europeo è di aver scelto stadi e città tra loro vicini, per evitare lunghe trasferte dei tifosi che seguiranno le loro Nazionali.

PER FORTUNA ESEMPI POSITIVI DI STADI ecosostenibili non mancano, ma spesso sono frutto delle scelte dei singoli club, come il Tottenham che ha lo stadio più «verde» della Premier League, seguito dal Manchester City, una scelta che ha un riflesso positivo sull’immagine della squadra presso i propri tifosi, arrivando persino ad aumentare il merchandising. L’ esempio modello, però, resta lo stadio del Forest Green Rovers, squadra inglese che milita nella Ligue 2, indicato dalla Fifa come unico stadio al mondo carbon free, infatti è tutto di legno ed è alimentato da pannelli solari.

UN ESEMPIO POSITIVO SOTTO IL PROFILO ambientale è lo stadio Nagyerdei che ospita le partite casalinghe del Debrecen in Ungheria. La costruzione del 1930 è stata demolita e nel 2014 è stato inaugurato il nuovo stadio che ospita 20 mila spettatori. Il nuovo stadio, tramite un corridoio verde di due chilometri, è collegato alla foresta che sorge nei dintorni, per lungo tempo trascurata e abbandonata. Ripulita e resa fruibile, la foresta rappresenta il principale polmone verde dei cittadini di Debrecem, che in occasione delle partite casalinghe sono soliti trascorrere buona parte della giornata. Lungo il corridoio che porta direttamente allo stadio sorgono anche alberi di querce, aree di gioco per bambini, attrezzature per il fitness e punti di ristoro. Lo stadio, costruito con materiali ecocompatibili, è dotato di grandi vetrate che consentono ai tifosi di guardare la foresta, se volgono le spalle al campo di gioco.

DAGLI ESEMPI DEGLI STADI DI CALCIO realizzati secondo criteri di minor impatto ambientale agli impianti sportivi che ospiteranno le prossime olimpiadi di Los Angeles nel 2028, dopo l’edizione di Parigi che si svolgerà dal 26 luglio all’11 di agosto di quest’anno, l’impronta a minor impatto ambientale non manca, anche grazie agli sforzi messi in atto dal Cio ( Comitato olimpico internazionale) sulle politiche sportive ambientali. A Los Angeles è in corso la realizzazione di un grande complesso polisportivo denominato Stubhub, che sorgerà in una delle aree più povere della città. Gli amministratori locali del sobborgo sono fermi assertori della sostenibilità, perciò la realizzazione del centro sportivo sarà caratterizzata dal risparmio di acqua, dal riciclo dei materiali utilizzati e dall’acquisto di materiali edificabili ecocompatibili e prodotti in loco.

GLI IMPIANTI SPORTIVI SARANNO contornati da aree fitte di alberi alternate a prati, per favorire l’insediamento della fauna. Intorno al principale impianto polifunzionale sorge una serra per la coltivazione di prodotti biologici, gestita da una cooperativa che provvede anche all’allevamento di polli e di api per la produzione di miele. Dopo le olimpiadi gli impianti dello Stubhub Centre di Los Angeles saranno a disposizione dei cittadini e le cooperative che lo gestiranno, rappresenteranno occasione di lavoro.

LE POLITICHE DI ATTENZIONE all’ambiente stabilite dal Cio hanno portato anche all’impiego di materiali ecosostenibili in grado di reggere l’urto dei cambiamenti climatici, sempre più intensi e imprevedibili, sugli impianti sportivi. Proprio in occasione dei Giochi olimpici di Londra iniziò la politica di sostenibilità ambientale del Cio, infatti il parco olimpico fu progettato in vista di una rigenerazione urbana, l’ ampio letto del fiume Lea è stato rifatto per favorire la formazione di una zona umida idonea per la crescita di canneti e di piante naturali indispensabili alla salvaguardia della biodiversità.

ANCHE LO STADIO GREEN POINT che ha ospitato i mondiali del Sudafrica del 2010 rappresenta un buon esempio di architettura eco sostenibile, infatti un’area verde che sorge intorno allo stadio ha un giardino della biodiversità grande 13 ettari, inoltre ospita mercati biologici, dell’artigianato locale, mostre e manifestazioni musicali. Ci auguriamo che questi esempi positivi siano di stimolo a una svolta verde definitiva del calcio europeo, che tanto può fare l’educazione ambientale dei tifosi.