Umbria al voto, comunque vada non sarà più rossa
Regionali La regione andrà per la prima volta alla destra oppure sarà tinta anche di giallo. Primo test per la nuova maggioranza, mentre Salvini cerca la spinta per tornare al governo
Regionali La regione andrà per la prima volta alla destra oppure sarà tinta anche di giallo. Primo test per la nuova maggioranza, mentre Salvini cerca la spinta per tornare al governo
Sono settecentomila i cittadini umbri chiamati a votare oggi fino alle 23 per le elezioni regionali. Comunque andranno le cose, da domani non solo la regione appenninica avrà un nuovo presidente, ma tutto il panorama politico italiano sarà cambiato. Storicamente marginale nel dibattito nazionale – un po’ per le sue esigue dimensioni e un po’ perché qui la sinistra ha sempre vinto -, questa volta l’Umbria appare come un crocevia importantissimo: si tratta, infatti, della primo test elettorale della coalizione Pd-M5S nata questa estate con la caduta del primo governo Conte per l’uscita dalla maggioranza della Lega.
A PARTIRE CON I FAVORI del pronostico è però la coalizione di destra: Matteo Salvini negli ultimi due mesi ha piazzato le tende sull’Appennino e ha fatto una campagna elettorale molto aggressiva e tutta incentrata sulla possibilità di dare una spallata a quello che lui chiama «il governo del tradimento». Il concetto è stato ribadito anche venerdì sera, quando per la sua chiusura della campagna elettorale il leader leghista è stato accolto dalla piazza di Terni come una rockstar, tra selfie e cori da stadio. «Domenica (oggi, ndr) darete a Pd e M5S una lezione che ricorderanno finché campano. E questo sarà solo l’inizio di una marcia che poi porterà a vincere in Calabria, in Emilia Romagna, nelle Marche, in Toscana, in Puglia, in Campania, in Liguria, in Veneto e poi li mandiamo a casa anche da Roma e restituiamo agli italiani la loro dignità». La candidata presidente, Donatella Tesei, è assolutamente in ombra: la folla assiste estasiata allo show dell’ex ministro degli Interni e, più che ai destini della propria regione, sembra interessata a battere gli odiati «rossi», ovunque e comunque. Un voto per vendetta, e il resto non conta. La coalizione di destra, ad esempio, non appare esattamente compatta: i leader dei tre partiti che la compongono si sono fatti vedere insieme solo raramente, e anche venerdì sera se Salvini ha spopolato in serata, Silvio Berlusconi ha chiuso la sua campagna altrove e qualche ora prima, mentre Giorgia Meloni ha tenuto il suo comizio a Norcia. Sono problemi che però si porranno solo in futuro, cioè a verosimile vittoria avvenuta.
E così, mentre Matteo Salvini arringava la sua folla, in una piazza poco distante – ugualmente gremita ma molto più piccola – il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha provato a dare l’ultima spinta al candidato del «patto civico» demostellato, Vincenzo Bianconi. «L’Umbria non va lasciata alla destra», ha detto Zingaretti, provando poi a ostentare una certa dose di ottimismo: «I risultati elettorali si determinano nelle ultime ore: decine di migliaia di cittadini stanno decidendo se e che cosa votare». Non sarà facile, comunque, riuscire a battere Donatella Tesei e la destra: perché il vento sembra soffiare forte verso quella direzione e perché stiamo parlando di una regione fin qui sempre retta dal centrosinistra, con l’ultima giunta, guidata dalla zarina del Pd Catiuscia Marini, caduta rovinosamente in primavera in seguito a uno scandalo sulla sanità.
LA CAMPAGNA ELETTORALE è stata intensa, ma a onor del vero di temi amministrativi si è parlato pochissimo: lo spazio è stato occupato quasi interamente dal clima di derby tra le forze di governo e quelle di opposizione, e se per Salvini questo discorso era in qualche modo ovvio, Pd e Movimento 5 Stelle si sono adeguati, anche se le circostanze forse avrebbero sconsigliato lo scontro in campo aperto.
Il primo evento di coalizione, andato in scena venerdì mattina a Narni, con Luigi Di Maio, Nicola Zingaretti, Roberto Speranza e il premier Giuseppe Conte formalmente serviva a parlare della manovra finanziaria, ma in realtà è stato solo un modo per scolpire nel tempo questa nuova coalizione. Matteo Renzi, dal canto suo, ha già messo mezzo piede fuori dall’unione, come testimonia un tweet lanciato ieri mattina dal profilo ufficiale di Italia Viva: «Non siamo nella foto di Narni perché non siamo candidati alle regionali e perché siamo e saremo contrari all’alleanza strutturale con il M5S. Ma Vincenzo Bianconi ha tutto il nostro sostegno. L’Umbria ha bisogno del suo impegno, non delle menzogne di Salvini».
Il resto è contorno. Oltre a Vincenzo Bianconi e Donatella Tesei, ci sono due candidati di sinistra-sinistra (Emiliano Camuzzi di Potere al popolo e Rossano Rubicondi per il Partito Comunista di Rizzo), il civico Claudio Ricci (cinque anni fa il campo per il centrodestra) e altri due personaggi che quantomeno hanno dato colore alle ultime settimane di campagna elettorale, il generale Antonio Pappalardo dei Gilet arancioni e Giuseppe Cirillo del Partito delle buone maniere, che ha fatto parlare di sé per qualche sparata e per un suo video pornografico in compagnia di una suora ancora visibile online.
(m. d. v.)
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