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Voto avvelenato in Umbria. La destra accusa Bianconi

Voto avvelenato in Umbria. La destra accusa BianconiVincenzo Bianconi

Regionali Il sindaco di Norcia: «Alle sue aziende 8 milioni per il post sisma». Il candidato di Pd e M5S: «Falsità». Verini: «Macchina del fango»

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 10 ottobre 2019
Mario Di Vito NORCIA (Perugia)

Le macerie del terremoto e il caos di una ricostruzione mai partita si abbattono sulla campagna elettorale delle regionali umbre. Proprio mentre cominciano a uscire i primi sondaggi che lo danno clamorosamente avanti rispetto alla candidata del centrodestra, sull’aspirante presidente della coalizione Pd-M5s Vincenzo Bianconi arriva una mina: l’80% dei fondi transitati per Norcia (oltre 8 milioni di euro) sono finiti alle sue aziende, in gran parte per la restaurazione degli alberghi di famiglia e un po’ per i servizi di mensa nei moduli abitativi dei terremotati e per il trasporto scolastico.

Lo scoop è del Corriere dell’Umbria, ma il lavoro sulle carte amministrative in realtà l’ha fatto il sindaco di Norcia Nicola Alemanno (Forza Italia). Era agosto quando un consigliere comunale di centrosinistra aveva presentato un’interrogazione sullo stanziamento dei fondi per la ricostruzione e la risposta è arrivata solo la settimana scorsa, in piena campagna elettorale.

I fatti: su 27 attività ricettive rimaste in piedi in paese, soltanto tre hotel hanno chiesto e ottenuto i permessi per la ristrutturazione. Gli unici due che hanno ottenuto i fondi sono quelli dei Bianconi, il Grotta Azzurra (5.5 milioni di euro) e Les Dependances (340mila euro). Un terzo albergo, di proprietà di un altro gruppo, non ha ancora ricevuto l’assegno che gli spetta. Bianconi, imprenditore tra i più attivi in Umbria e presidente dell’associazione degli albergatori, ha anche vinto alcune gare per i servizi di mensa e di trasporto scolastico, con il totale degli appalti che supera i due milioni di euro.

La questione – sulla quale, è bene dirlo, non c’è alcuna indagine della magistratura – sta ovviamente infiammando la campagna elettorale, e il leader della Lega Matteo Salvini non ha perso tempo per picconare il candidato demostellato: «Per molto meno, in passato la sinistra e i grillini avrebbero gridato al conflitto di interessi e all’evidente problema di opportunità».
A fargli da eco c’è l’ex sindaco di Amatrice e ora consigliere regionale del Lazio Sergio Pirozzi: «Al di là di tutto si pone il quesito che qualora diventasse presidente della Regione, cosa che io non penso, c’è questo ruolo di imprenditore, di presidente di Federalberghi che secondo me deve essere chiarito subito». In realtà Bianconi ha già dichiarato in tempi non sospetti che in caso di vittoria alle regionali lascerebbe ogni ruolo dirigenziale nelle aziende della sua famiglia e nell’associazione di categoria.

Da Pd e M5s, comunque, non sono mancate le voci in difesa del candidato. Il commissario dem Valter Verini ha parlato esplicitamente di «macchina del fango» e «conflitto d’interessi inesistente», mentre la grillina Roberta Lombardi ha prima commentato con una battuta («Allora a Berlusconi togliamo le televisioni visto che le ha avute in conflitto di interessi? Mi piace questo principio: togliamogliele, togliamogliele») e poi ha argomentato: «E’ giusto che nel momento in cui hai una posizione politica che ti pone in una situazione di conflitto d’interessi, per serietà tu ti tolga da situazioni come queste, dove si possa configurare un conflitto. Ben diverso il caso di un imprenditore che ha presentato tutte le carte per avere dei finanziamenti e li ha avuti molto prima che potesse pensarsi un suo impegno in politica».
Lo stesso Bianconi, infine, si è difeso usando concetti simili. «Dire falsità porta a una campagna elettorale sporca, è merda – ha tuonato davanti ai cronisti –. È un’offesa per la mia famiglia, che si è indebitata per la ricostruzione. Mi si accusa di un crimine terribile: aver cercato di non mettere in mezzo alla strada oltre 90 famiglie di lavoratori collegati alla nostra azienda da sempre una delle colonne dell’economia della Valnerina».

Alla fine pure il sindaco di Norcia Alemanno ammette che «Bianconi si è attenuto alle procedure», aggiungendo però che «questa discussione è nata da un’interrogazione presentata dagli esponenti locali del Pd, che poi lo ha candidato alla presidenza della Regione. Era una mossa tesa a colpire la famiglia Bianconi, rea di averci sostenuto alle ultime elezioni».

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