«Che me ne frega della data del congresso», urla Roberto Speranza dal palco del teatro Vittoria di Roma, «c’è una frattura senza precedenti fra il Pd e il suo popolo, sulla scuola, sui voucher». Ma poi quando lancia l’ultimatum a Renzi, le condizioni per evitare la scissione sono due: «Pieno sostegno al governo Gentiloni» e, appunto, «congresso nei tempi dettati dallo statuto». Tutto esaurito ieri all’appuntamento del terzetto di candidati a congresso della minoranza Pd, nel cuore della Roma rossa e testaccina. In molti non riescono a entrare nel teatro. Dentro suona Bandiera rossa, scorrono le immagini di Nelson Mandela,...