Pubblicato 8 anni faEdizione del 19 febbraio 2017
«Che me ne frega della data del congresso», urla Roberto Speranza dal palco del teatro Vittoria di Roma, «c’è una frattura senza precedenti fra il Pd e il suo popolo, sulla scuola, sui voucher». Ma poi quando lancia l’ultimatum a Renzi, le condizioni per evitare la scissione sono due: «Pieno sostegno al governo Gentiloni» e, appunto, «congresso nei tempi dettati dallo statuto». Tutto esaurito ieri all’appuntamento del terzetto di candidati a congresso della minoranza Pd, nel cuore della Roma rossa e testaccina. In molti non riescono a entrare nel teatro. Dentro suona Bandiera rossa, scorrono le immagini di Nelson Mandela,...