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Ulivi super blindati verso lo stoccaggio.Tensione tra No Tap e forze dell’ordine

Ulivi super blindati verso lo stoccaggio.Tensione tra No Tap e forze dell’ordineMelendugno, trasferimento degli ulivi sradicati dal cantiere del gasdotto Tap – Lapresse

Melendugno I sindaci salentini chiedono di valutare un diverso approdo del gasdotto

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 17 maggio 2017

Torna alta la tensione nelle campagne di Melendugno, in Salento, dove si trova il cantiere dell’approdo del micro-tunnel del gasdotto Tap che dalla Grecia sbarcherà sulla costa salentina in località San Foca. All’1,30 della scorsa notte infatti, decine di poliziotti in assetto antisommossa sono arrivati al cantiere per consentire le operazioni di trasferimento di 11 ulivi dalla sede della società di vigilanza Alma Roma al centro di stoccaggio temporaneo di Masseria del Capitano, tra i paesi Melendugno e Vernole.

Al loro arrivo hanno però trovato circa duecento attivisti del comitato No-Tap ad attenderli: erano riusciti a sapere in anticipo del previsto blitz e si sono seduti per strada per bloccare l’ingresso dei mezzi della multinazionale Tap destinati al trasporto degli ulivi. Per fortuna non ci sono stati scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, anche se quest’ultime sono state costrette a spostare di peso i manifestanti che si opponevano al passaggio dei camion.

L’utilizzo dell’ingente spiegamento di forze dell’ordine per le operazioni dell’altra notte, spesso contestato dalle istituzioni locali e di certo non il primo, è stato deciso dal Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica di Lecce, presieduto dal prefetto Claudio Palomba. A giustificazione delle misure prese dal Comitato, la presa di posizione gli attivisti del comitato No-Tap che da settimane hanno dichiarato pubblicamente che continueranno a bloccare qualunque attività della società, che deve ancora mettere in sicurezza alcuni ulivi già espiantati. Questo perché i lavori nel cantiere di Melendugno sono stati al momento sospesi, dopo la conclusione della così detta «Fase Zero» relativa all’espianto di 211 ulivi.

Gli 11 ulivi che sono stati spostati l’altra notte erano stati infatti già eradicati lo scorso 1 aprile nell’area del cantiere di San Basilio ed erano rimasti provvisoriamente nella sede della società di vigilanza Alma Roma, dopo la protesta della popolazione dei paesi che sorgono intorno all’area del cantiere che bloccò i camion. Uno spostamento comunque necessario per consentire alla società di costruire una serra, che servirà a far sopravvivere le piante ed a metterle al riparo da fitopatogeni. Le piante, come previsto dal progetto, saranno poi trapiantate nel cantiere una volta terminate le operazioni di costruzione del micro-tunnel sotterraneo del gasdotto.

Lo spostamento degli alberi dall’area di cantiere, iniziato lo scorso 17 marzo, è stato caratterizzato da alcune giornate di forte tensione, in particolare il 21, 28 e 29 marzo, quando le forze dell’ordine forzarono i blocchi della protesta.

Lo scorso 11 maggio, a Roma, una quarantina di sindaci del Salento, insieme al governatore Michele Emiliano, manifestarono in piazza Montecitorio e consegnarono ai funzionari della Presidenza del Consiglio una richiesta affinché il Governo apra al più presto un tavolo di confronto con le istituzioni locali, per valutare un diverso approdo del gasdotto.

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