Lavoro

Uffizi, ok alla clausola sociale. Cgil: “E ora per tutti gli appalti”

Uffizi, ok alla clausola sociale. Cgil: “E ora per tutti gli appalti”Firenze, sotto la galleria degli Uffizi

Il museo Accordo con il ministro Franceschini, revocato lo sciopero di Pasqua indetto con la Uil. Cristian Sesena (Filcams): «Al cambio di commessa si deve mantenere il posto: lo prevede la nostra proposta di legge»

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 31 marzo 2015

I lavoratori degli Uffizi ce l’hanno fatta: sono riusciti a ottenere dal ministro Dario Franceschini l’ambita clausola sociale che permetterà di garantire i loro posti di lavoro. Il titolare dei Beni culturali ha convocato i sindacati ieri a Roma, dopo che questi avevano minacciato di scioperare nei giorni di sabato 4 e domenica 5 Aprile (Pasqua), e ha firmato un protocollo che impegna la Consip (agenzia che bandisce le gare pubbliche) a inserire la clausola nel prossimo appalto, previsto a settembre.

Lo sciopero era stato indetto da Filcams Cgil e Uiltucs Uil, mentre la Fisascat Cisl aveva deciso di non aderire (un po’ lo schieramento che abbiamo visto, curiosamente, negli ultimi mesi sul Jobs Act). Come spiega Massimiliano Bianchi, segretario della Filcams di Firenze, «non solo abbiamo ottenuto la clausola sociale per il mantenimento dei posti al cambio di appalto, ma anche la conservazione degli stessi livelli contrattuali».

L’attuale appalto per i servizi di biglietteria, guardaroba e bookshop (e non per la custodia delle opere d’arte, in genere di competenza dei dipendenti pubblici) è gestito dalla Opera Laboratori Fiorentini, e dà lavoro a 350 addetti (la gran parte a tempo indeterminato, ma c’è anche una minoranza di tempi determinati e cocoprò). L’ultima assegnazione, spiega Vanessa Ceccarini, delegata Filcams, risale al 1997, e poi nel 2007 non è stata indetta una nuova gara. Sono dunque 18 anni che Opera ha in gestione gli Uffizi, ma anche la Galleria dell’Accademia (dove sono esposti il David e i Prigioni di Michelangelo) e altri musei statali.

«Temevamo per il nostro posto, perché non è scontato che nelle gare pubbliche, al cambio di appalto, si preveda una clausola sociale. E nel nostro settore non è obbligatoria», conclude la delegata Cgil. «Franceschini ci aveva già promesso a voce che avrebbe inserito questa garanzia – aggiunge il segretario Bianchi – ma noi lo abbiamo voluto nero su bianco, e ora la Consip non potrà indire la gara senza tenerne conto».

«Ho incontrato i sindacati e abbiamo firmato il protocollo che conferma l’impegno che avevo già assunto», ha dichiarato il ministro Franceschini. «Nella lettera inviata alla Consip – ha poi aggiunto – mi ero impegnato perché nelle future gare, non solo quelle di Firenze, che finalmente regolano il sistema delle concessioni dei servizi aggiuntivi nei musei, sia tenuta presente la clausola sociale che tutela i lavoratori».

Soddisfazione per l’accordo è stata espressa dal sindaco di Firenze, il renzianissimo Dario Nardella, che aveva chiesto al ministro dei Beni culturali di «considerare la precettazione» dei lavoratori in sciopero «pur di garantire l’apertura dei musei». Allo stesso modo, avevano definito «disastrosa» la protesta anche i commercianti della città, riuniti nella Fipe Confcommercio, che ieri hanno tirato un sospiro di sollievo.

Cristian Sesena, segretario nazionale Filcams, ha ricordato come la lotta dei lavoratori degli Uffizi si inserisca in quella più generale, condotta dalla Cgil anche per mezzo di una proposta di legge, per la riforma degli appalti: «Si devono definire regole certe nella gestione dei cambi di appalto, anche per arginare l’illegalità. La Filcams, con la Cgil, si sta facendo promotrice di una raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare “Gli appalti sono il nostro lavoro. I diritti non sono in appalto”».

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