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Ue contro Astrazeneca, dubbi pure sull’efficacia del vaccino su over 65

Ue contro Astrazeneca, dubbi pure sull’efficacia del vaccino su over 65La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen – Ap

L'Italia trasmette alla Commissione la diffida a Pfizer Accelera Johnson&Johnson: il suo siero monodose dovrebbe avere l’ok dalla Fda Usa già a febbraio, a marzo dall'Ema

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 27 gennaio 2021

I vaccini Astrazeneca destinati all’Ue sarebbero stati dirottati nel Regno unito e forse in altri paesi che li hanno pagati di più (il Brasile ad esempio ha pattuito il doppio dell’Europa), questo il sospetto della Commissione europea. I colloqui con la casa farmaceutica britannico-svedese proseguiranno anche oggi, quando l’Agenzia europea del farmaco (Ema) si riunirà per decidere sul via libera al farmaco Astrazeneca, esito atteso entro venerdì. L’Ue ha finanziato lo sviluppo del vaccino e poi ha concluso ad agosto l’acquisto, a nome degli stati membri, di una fornitura fino a 400 milioni di dosi. Venerdì scorso è arrivato l’annuncio del taglio del 60% nel primo trimestre 2021: solo 31 milioni di dosi consegnate invece di 80 milioni.

LA COMMISSIONE ritiene insufficienti le spiegazioni ricevute: «L’Ue vuole sapere esattamente quante dosi e dove sono state prodotte finora e, se sono state consegnate, a chi – ha spiegato la commissaria Stella Kyriakides -. Vogliamo chiarezza sulle transazioni». Il registro delle esportazioni Ue dovrebbe essere approvato entro la fine della settimana, «un meccanismo di trasparenza» è stato definito, e potrebbe servire ad attivare le clausole contrattuali relative agli obblighi di consegna delle dosi. Ma il primo ministro inglese Johnson ha commentato: «L’Ue non metta ostacoli all’export di vaccini».

DAL FORUM DI DAVOS la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen: «L’Ue ha investito miliardi per aiutare a sviluppare, prima al mondo, i vaccini contro il Covid-19. E ora le aziende devono onorare i loro obblighi». E la cancelliera tedesca, Angela Merkel: «Serve una distribuzione equa in questa fase di scarsa disponibilità di vaccini. Il protezionismo non risolverà i problemi». Questo però non ha impedito alla Germania di contrattare dosi aggiuntive con Pfizer-Biontech al di fuori della fornitura europea. «Uk e Ue hanno due catene produttive diverse, quelle britanniche sono più efficienti, non dirottiamo dosi ad altri paesi. In ogni caso non c’è alcun obbligo verso l’Unione europea», la replica a Repubblica del ceo Astrazeneca, Pascal Soriot. E sul premier Conte che aveva minacciato una causa legale: «No comment».

IL MINISTRO LETTONE, Edgars Rinkevics, ha commentato su Astrazeneca: «La possibilità di un’azione legale dovrebbe essere valutata e coordinata tra i paesi dell’Ue». Mentre la Svezia ha interrotto i pagamenti alla Pfizer esortando la Commissione e l’azienda a raggiungere un accordo su quale sia la quantità effettiva di dosi in ogni fiala, se 5 o 6: «Altre fatture dovranno attendere fino a quando non avremo chiarito ciò che è applicabile». Anche sul colosso Usa pesa il sospetto che abbia penalizzato l’Europa in favore di mercati più fruttuosi. La spiegazione è stata lavori per aumentare la resa degli impianti. «Hanno presentato un protocollo per aggiungere altri siti di produzione nell’Ue» ha spiegato l’Ema. Nell’elenco anche la fabbrica di Francoforte di Sanofi, con cui ieri è stato firmato un accordo di collaborazione visto che Sanofi è in ritardo nello sviluppo del proprio vaccino.

La Commissione ieri è tornata a ribadire che entro questa settimana le consegne Pfizer dovrebbero riprendere regolarmente dopo i tagli effettuati (all’Italia meno 29% e poi meno 20% in due settimane). Ma adesso è l’Antitrust Ue a chiedere spiegazioni al colosso farmaceutico in base all’esposto presentato dal Codacons contro Pfizer «per abuso di posizione dominante». Il contratto quadro stipulato dall’Ue è sbilanciato a favorevole del produttore: l’applicazione delle penali non è automatica; le forniture sono su base trimestrale; in caso di reazioni avverse i risarcimenti sono a carico degli stati.

IL COMMISSARIO ARCURI ieri ha trasmesso alla rappresentanza italiana presso l’Ue la diffida che l’Avvocatura generale dello Stato ha inviato lunedì a Pfizer chiedendo «l’avvio di un’interlocuzione con l’esecutivo comunitario per l’adozione di ogni opportuna azione contro i comportamenti inadempienti di Pfizer». Se i ritardi dovessero ripetersi ci sarebbe ancora la denuncia penale per aver messo in pericolo la salute pubblica. La speranza però è di arrivare alla stabilizzazione delle consegne: dall’8 al 22 febbraio dovrebbero arrivare 1.753.830 dosi Pfizer e 651.600 Moderna. Ieri i nuovi casi Covid in Italia sono stati 10.593 su 257.034 test, 541 i decessi. Il tasso di positività è sceso al 4,1% rispetto al 5,9 di lunedì. Il maggior numero di nuovi casi in Lombardia (1.230) poi nel Lazio (1.039) e in Puglia (995).

SERVONO NUOVI VACCINI. L’Ema: «Siamo in contatto con 15 produttori, incluso il russo Sputnik V (che però non è in fase di rolling review né di autorizzazione) e con 180 produttori di farmaci terapeutici. Su AstraZeneca è possibile che venga emessa un’autorizzazione rivolta a un gruppo di età o su una popolazione più ampia». Potrebbe cioè avere il via libera solo per gli under 65 ma l’azienda insiste per l’efficacia ad ampio spettro. Sta accelerando Johnson&Johnson: il suo vaccino monodose dovrebbe avere l’ok negli Usa già a febbraio e a marzo in Ue.

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