Ucraina, si spera nel cessate il fuoco
Ucraina Attesa per l'esito dell'incontro Merkel-Hollande-Putin
Ucraina Attesa per l'esito dell'incontro Merkel-Hollande-Putin
Solo qualche secondo per alcune fotografie e per prendere atto dell’inizio dei colloqui. Poi Putin, Merkel e Hollande hanno allontanato tutti e da soli, senza neanche i propri esperti al fianco, hanno cominciato una fitta negoziazione. Poi, dopo un’ora e mezza, sono andati a cena.
Hanno discusso di un presunto piano di pace proposto da Putin; si è trattato di smussarlo, renderlo più digeribile al presidente ucraino Poroshenko. Il probabile compromesso potrebbe essere un cessate il fuoco ai vecchi confini stabiliti a settembre, con l’impegno di Kiev a rispettare la momentanea autonomia delle Repubbliche popolari nelle regioni orientali.
Il giorno prima dell’incontro con Putin, la riunione con Poroshenko dei due rappresentanti europei era durata cinque ore. Merkel e Hollande, infatti, sono arrivati a Mosca, dopo la tappa di Kiev, dove si era svolto un incontro non meno rilevante con Poroshenko. Nella capitale ucraina l’argomento sarebbe stato principalmente l’accordo delle scorso settembre di Minsk.
Poroshenko vorrebbe che attraverso quella «tregua» si ristabilisse il nuovo «cessate il fuoco», anziché rischiare un «nuovo» accordo che potrebbe favorire i ribelli. Il problema è che la decisione più importante sembrava essere proprio quella di Putin, artefice di un nuovo accordo che prevedeva una ridefinizione dei confini e il congelamento, di fatto, delle conquiste dei filorussi, attraverso una vera e propria spartizione del Paese, in attesa di nuovi eventi.
Su tutta questa girandola diplomatica ha pesato la possibilità che gli Stati uniti facessero nuovamente saltare il banco, con l’ufficializzazione, non avvenuta, di aiuti militari a Kiev. In quel caso il rischio di una risposta, reale, russa e di un irrigidimento europeo, sarebbe stato altissimo. E mentre Hollande e Merkel si recavano a incontrare Putin, la Nato soffiava ancora sul fuoco. «La Russia si è isolata con le sue azioni in Ucraina», ha raccontato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, alla Conferenza sulla sicurezza a Monaco di Baviera. «Nessuno ha costretto la Russia ad annettere la Crimea e nessuno la costringe a destabilizzare l’Ucraina», ha spiegato.
Il segretario generale della Nato ha poi sottolineato come gli sforzi della cancelliera tedesca, Angela Merkel, e del presidente francese, Francois Hollande, per trovare una soluzione pacifica alla crisi ucraina siano importanti ed urgenti.
Inoltre, secondo Stoltenberg non c’è contraddizione tra difesa e dialogo. «Una Nato forte – ha spiegato – è essenziale se si vuole coinvolgere la Russia con fiducia. Una relazione costruttiva Nato-Russia sarebbe un beneficio per la comunità euro-atlantica. E l’intero ordine internazionale. Ma le regole internazionali devono essere rispettate, non riscritte. E sicuramente non violate».
Ieri, infine, si è conclusa l’evacuazione della popolazione civile dalla zona di Debaltseve, il nuovo teatro dei combattimenti nell’est ucraino, dove Kiev e i ribelli filorussi hanno concordato un corridoio umanitario sullo sfondo di una tregua prorogata fino ad oggi, anche se – pare – sia già stata interrotta da spari e bombardamenti. Più di 2.800 civili, tra cui circa 700 bambini e 60 disabili, sono stati evacuati con oltre 20 bus da Debaltsevo, Avdiivka e Svitlodar, secondo l’alto commissario per i rifugiati dell’Onu.
Chi ha deciso di lasciare la propria casa è stato trasferito più a nord di Donetsk, in località controllate da Kiev, come Sloviansk, Sviatogorsk, Kramatorsk e Grodovka, ma anche nella vicina regione di Kharviv. A Debaltsevo, strategico nodo ferroviario tra Donetsk e Lugansk, c’erano 25 mila abitanti ma la maggior parte era già fuggita. Solo circa 7.000 erano rimasti.
Gli incontri diplomatici non sono finiti: oggi il ministro degli esteri russo Lavrov incontrerà, tra gli altri, anche il suo omologo italiano Paolo Gentiloni.
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