Tymoshenko, ladra di Stato
Crisi ucraina La depenalizzazione dell'abuso di ufficio porterà alla sua scarcerazione
Crisi ucraina La depenalizzazione dell'abuso di ufficio porterà alla sua scarcerazione
Il presidente Yanukovich, eletto nel 2010 con elezioni giudicate democratiche da Ue, Consiglio d’Europa e l’Osce, si è piegato e ha indetto nuove elezioni straordinarie per porre fine alla minaccia di guerra civile. Ora è quasi scontata la prossima liberazione di Julija Tymoshenko, l’ex primo ministro e «pasionaria» della Rivoluzione arancione, condannata nel 2011 a sette anni di carcere per abuso di potere e d’ufficio, con l’accusa di aver rovinato il suo Paese sottoscrivendo un contratto capestro con la Federazione Russa di Putin per la fornitura di gas naturale. Il parlamento ucraino ha approvato infatti la depenalizzazione dei reati per i quali è stata incarcerata, e Julija potrebbe essere protagonista delle imminenti consultazioni.
La parabola di Julija Tymoshenko inizia nella devastata Ucraina postsovietica degli anni Novanta, quando da giovane ragazza bruna di origini armene, piccola imprenditrice della perestrojka, opera su di sé un’incredibile metamorfosi trasformandosi nella bionda rappresentante dell’iconografia nazionale che conosciamo oggi. Grazie a un appassionato sodalizio con l’allora premier Pavel Lazarenko, accumula fortune in gran parte illecite, nascoste in paradisi fiscali, attraverso l’attività di intermediazione sul gas d’importazione russa. Entra in politica cercando e trovando l’appoggio – lei che aveva un nonno ebreo di nome Abram Kapitel’man – dei nazionalisti di estrema destra di Leopoli e dell’Ucraina occidentale. È il bacino elettorale che sostiene partiti xenofobi, antisemiti e ultranazionalisti come Pravy Sektor (settore destra), i quali in queste ore dichiarano all’emittente radio Eco di Mosca da piazza Maidan che rifiutano il compromesso accettato da Janukovich, il quale sarebbe a capo di un regime «giudaico-comunista»: continueranno a imbracciare le armi e sparare finché non rassegnerà le dimissioni. Chi cerca una chiave di lettura degli eventi di questi giorni in Ucraina, fuori dal soffocante mainstream a cui siamo sottoposti, può trovarlo in libreria nel volume «Julija Tymoshenko. La conquista dell’Ucraina» (148 pp., 12 euro, Sandro Teti Editore, www.sandrotetieditore.it), ritratto lucido dell’ascesa e caduta dell’ex premier e affresco dell’Ucraina postsovietica. Il lettore può farsi una visione d’insieme della realtà ucraina, divisa in tre, forse quattro anime diverse. Il libro, scritto dallo stesso editore Sandro Teti, con lo pseudonimo di Ulderico Rinaldini, prefato dall’analista militare e geopolitico Alessandro Politi, direttore della Nato Defence College Foundation di Roma, è rigorosamente documentato su fonti ufficiali e articoli della stampa internazionale, ucraina e in lingua russa.
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