Quando alle dieci del mattino parte la discussione generale sulla riforma più contestata della legislatura, nell’aula di Montecitorio sono in ventotto. Tolti i tre del governo e i cinque della commissione, relatori e ufficio di presidenza, ci sono venti deputati che hanno deciso di affacciarsi su quella che avrebbe dovuto essere la battaglia dell’Italicum (qualcuno si fotografa e twitta: «Io c’ero»). Comincia allora una recita un po’ imbarazzata, dove soprattutto i contrari leggono discorsi altisonanti e allarmati, ma tarati su un uditorio più attento o almeno presente. Molto presto gli interventi si esauriscono e la ministra delle riforme Maria Elena...