Cultura

Tutto ciò che c’è da sapere sull’imprevedibile «popolo nascosto»

Tutto ciò che c’è da sapere sull’imprevedibile «popolo nascosto»Illustrazioni di Rán Flygenring

Scaffale «Il libro segreto degli elfi d’Islanda» di Hjörleifur Hjartarson e Rán Flygenring (Iperborea). Sabato 16 sarà presentato a Boocity, al Castello Sforzesco di Milano (ore 14.30)

Pubblicato circa 7 ore faEdizione del 13 novembre 2024

Hjörleifur Hjartarson e Rán Flygenring, autori de Il libro segreto degli elfi d’Islanda (Iperborea, pp. 192, euro 24, traduzione di Silvia Cosimini) mettono da subito le mani avanti: loro gli elfi non li hanno mai visti, quindi il loro intento non è quello di confermarne o sfatarne l’esistenza, «né di trattare tutte le molteplici categorie di esseri che vivono e operano in altre dimensioni dell’esistenza». In realtà, hanno deciso di dedicarsi a un impervio lavoro letterario e artistico, da affrontare insieme: raccontare e intrecciare le diverse versioni delle leggende popolari, collegare le varie apparizioni del «popolo nascosto», indagare (in modi inusuali) un patrimonio in costante evoluzione. Perché gli elfi sono creature fiabesche mutanti, che riflettono le manie della propria epoca, ricalcandone divieti, trasgressioni e, in primo luogo, sogni.

SIMILI AGLI UMANI (ma non troppo), sostengono gli autori che la loro struttura emotiva sia più complessa, tanto che qualora capiti di soccorrere una di queste creature in un momento di difficoltà, si può star certi di avere la felicità assicurata per tutti i giorni a venire. Per esempio, la razza elfica ha bisogno di un aiuto umano per partorire, altrimenti non ce la fa.

DI CONTRO, la loro origine non è nota, le leggende si affastellano e una addirittura narra che gli elfi nacquero dallo sperma di Adamo disperso a terra. In questo mini-popolo che abita i crepacci delle rocce e il sottobosco ombroso, ci sono anche alcuni personaggi crudeli, pronti a uccidere bambini, ma se si va a ben vedere fra le righe della storia, si scopre che questi piccoli umani erano cattivi fin dai loro primi giorni di vita e così gli elfi si trasformavano in «giustizieri» naturali.

LO SCAMBIO IN CULLA è l’atto più temuto dai genitori che sono costretti a convivere con queste creature spesso ingannevoli e adescatrici, tendenzialmente le più malvagie sono le elfe femmine. Nella maggior parte dei casi, i neonati riappaiono tempo dopo nelle loro case, illesi. Nonostante incantesimi e dispetti, il senso di giustizia è più spiccato nel loro mondo che in quello degli umani. Anche la coscienza ambientalista.
Nel bel volume di Iperborea che mescola più generi di scrittura – dalla voce enciclopedica alla graphic novel, con le illustrazioni ironiche e, a tratti poetiche, di Flygenring, fino ai componimenti in versi – si alternano rurali storie d’Islanda che hanno circolato per secoli attraversando diverse generazioni, accompagnando ancestrali paure e inconfessabili desideri.
Sabato 16, alle 14,30, al Castello Sforzesco, sala Weil Weiss, la traduttrice Silvia Cosimini presenterà il libro.

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