Tutti in processione da Grillo. Il fondatore cerca scappatoie
Causa persa Il nuovo corso di Conte si infrange sui vecchi riti. «Ma il leader resterà ancora lui»
Causa persa Il nuovo corso di Conte si infrange sui vecchi riti. «Ma il leader resterà ancora lui»
La buona notizia per Giuseppe Conte è che nessuno, almeno stando alle dichiarazioni e alle posizioni espresse nel Movimento 5 Stelle da qualche giorno a questa parte, mette in discussione la sua leadership sostanziale, al di là della rocambolesca vicenda delle cariche formali. Quella cattiva è che la via crucis di incontri, conciliaboli e vertici che Beppe Grillo ha intrapreso appena arrivato a Roma ricorda il M5S del vecchio statuto: cioè evoca quello che Conte voleva evitare. Insomma, la girandola di incontri romani di ieri evidenzia che l’obiettivo organizzativo, tecnico e politico che l’ex presidente del consiglio si era prefisso un anno fa, quando aveva accettato di guidare i 5 Stelle, è al momento sfumato. Fino al punto che il fondatore deve tornare nella capitale e rimettere insieme i pezzi, chiamando a raccolta uno a uno e imponendo a tutti di tenere le bocche cucite prima che non spunti fuori una soluzione.
«IL M5S NON è spaccato, Conte resta il capo. Non ci sono punti di vista differenti, si rema nella stessa barca per cercare di trovare la soluzione migliore per tutti», dice l’avvocato Andrea Ciannavei, uno dei pochi a parlare coi cronisti, mentre si appresta a incontrare Grillo insieme alla capogruppo al senato Mariolina Castellone. Conte da leader aveva provato a mettere ordine e sancire un principio lineare: chi vuole parlare con il M5S deve telefonare a lui. Ma se già la linea diretta Grillo-Draghi e le diplomazie parallele di Luigi Di Maio hanno rischiato di indebolire questo principio, adesso ci si ritrova ancora allo spettacolo degli anni scorsi: il carosello di volti in missione dal padre nobile e e al coro difforme di indiscrezioni.
E ALLORA GRILLO prima ancora di Conte vede all’Hotel Parco de’ Principi sia Virginia Raggi che Luigi Di Maio, col quale si intrattiene a lungo. Roberto Fico è assente giustificato, a casa con l’influenza. La domanda alla quale Grillo e Conte, con delegazione di avvocati al seguito, devono rispondere è come uscirne nella forma più indolore possibile e nei tempi più rapidi. Circola la possibilità che lo stesso tribunale che ha ordinato la sospensione di statuto e organigrammi nomini un curatore speciale che potrebbe essere lo stesso Grillo nella sua veste di garante del Movimento 5 Stelle.
MA L’EX COMICO lo ha detto chiaro da tempo: non ha nessuna intenzione di farsi carico di strascichi giudiziari e possibili ricorsi. Dunque, nella sua qualità di unica autorità rimasta in campo dopo l’azzeramento dei giudici, potrebbe indicare immediatamente le votazioni del comitato di garanzia. A quel punto bisognerebbe trovare tre nomi di garanzia che non ricoprano incarichi elettivi, neanche da consiglieri comunali. Cosa nient’affatto facile. Ed ecco che spunta un nome della vecchia gestione, quel Pietro Dettori, ex socio di Rousseau e animatore della comunicazione Casaleggio-style (poco a che vedere con Conte) che dalla piattaforma si è tirato indietro ormai da qualche mese.
UNA VOLTA nominato l’organo di garanzia, questo potrebbe indire una votazione per lasciar decidere agli attivisti se dotarsi di una guida collegiale o optare per un capo politico. Rimettendo Giuseppe Conte in pista, senza forzature che potrebbero aprire la strada a nuovi ricorsi e grane legali. Difficile si possa invece battere la strada di un voto su un nuovo statuto – come aveva sostenuto l’ex premier subito dopo la decisione del tribunale – senza passare dalla nomina del comitato di garanzia. L’ipotesi sarebbe dunque di bypassare la nomina del comitato di garanzia, quella che viene considerata propedeutica a ogni ripartenza. Ma l’avvocato Lorenzo Borrè, il patrocinante dei ricorrenti al tribunale di Napoli, rigetta l’ipotesi. Borrè in ogni caso nega di avere un canale diretto con Grillo. È in attesa, assieme ai suoi assistiti, della decisione del gabinetto d’emergenza radunato attorno al fondatore.
A ROMA VIENE avvistata anche Enrica Sabatini, compagna di Davide Casaleggio e animatrice di Rousseau. Ufficialmente è in città per presentare un libro. Il clamoroso ritorno alla piattaforma delle origini, anche solo per un’ultima votazione d’emergenza, sarebbe un ulteriore segnale negativo soprattutto per Conte, che aveva promesso a suoi (e soprattutto ai parlamentari, tra i più insofferenti) che avrebbe liberato il M5S dalla morsa dell’azienda milanese.
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