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Tutti i dischi di Crepax

Tutti i dischi di CrepaxLa copertina del libro «Crepax a 33 giri»

Graphic design/In un libro le copertine realizzate dall’ideatore di «Valentina»

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 30 gennaio 2021

Quella copertina, i ragazzi dei Sixties se la ricordano benissimo. Chissà quante volte si saranno fermati a guardarla, esposta insieme a tante altre nelle vetrine dei negozi di dischi. Dentro una lente di occhiale, stampati su fondo bianco, i titoli delle due canzoni, Piove e Nessuno, lato A e lato B del 45 giri. Su fondo rosso, la foto e il nome di Peppino di Capri e dei suoi Rockers. Caratteristiche inconfondibile di Peppino erano infatti la voce gorgheggiante, un po’ nasale, e gli occhiali dalla montatura nera e quadrata, come si usava allora. Rimarranno sorpresi, i ragazzi dei Sixties, ritrovando quella copertina nelle oltre cento pagine di Crepax a 33 giri, edizioni Vololibero, che grazie ai materiali dell’Archivio Crepax raccontano la produzione grafica del creatore di Valentina per i dischi di classica, leggera e soprattutto jazz. Da Bach a Bobby Solo, da Carosone a Charlie Parker, da Xavier Cugat ai Five Killers, da Gerry Mulligan ai Camaleonti, alcune cover rimangono insuperate e insuperabili. Basterà citare quella dell’album Nuda, dei Garybaldi, 1972, considerata tuttora la migliore mai disegnata per un disco prog italiano. La matita di Guido Crepax caratterizzò anche la Collana dei dischi parlanti, che proponeva capolavori letterari recitati da grandi attori. «Voce narrante» del volume formato vinile, il figlio Antonio, artefice con i fratelli Caterina e Giacomo dell’Archivio, scrive nell’introduzione: «Una copertina non è solo la confezione per custodire l’album, ma ne è parte integrante: il supporto (la busta) illustrato da una forma d’arte (l’illustrazione o la fotografia) che a sua volta custodisce il supporto (il disco) che ne contiene un’altra (la musica)».

ISPIRAZIONI
Magistrali interpreti, grafici – pionieri di questo rapporto che cominciò a prendere forma alla fine degli anni Trenta del secolo scorso, furono gli americani Alex Steinwless, Jim Flora, David Stone Martin. Le magnifiche stilizzazioni di Martin saranno fonte di ispirazione cui Crepax saprà attingere, facendole sue: il sax piumato di Charlie «Bird» Parker, la bocca della tromba di Fats Navarro che si trasforma in una spirale, la donna di fiori della raccolta Sanremo 1959… La musica era una questione di famiglia. Il padre Gilberto, violoncellista dell’orchestra della Scala, trasmise a Guido l’amore per la classica, che lui, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, tradurrà in decine e decine di «buste» commissionate dalla Carish e dalla Ricordi.
Il giovane disegnatore conferì loro un carattere a dir poco innovativo: il nero e il colore dialogano, si sovrappongono, si confondono; creano personaggi e scene, astrazioni e geometrie quasi futuriste; le citazioni letterarie e cinematografiche si trasformano in richiami, dettagli evocativi, personaggi; diventano fotogrammi dipinti. Il primo lavoro di Guido, commissionatogli da La voce del padrone nel 1953, fu l’illustrazione di un disco del pianista jazz Fats Weller. Forse era destino, perché lui, il jazz l’amava profondamente. Un giorno, ascoltando un 78 giri di Jelly Roll Morton, Johnny e Babe Dodds, decise che non meritasse il triste anonimato di una busta nera. E allora ci dipinse sopra i tre artisti mentre suonavano. La musica divenne ancor più questione di famiglia quando Franco, il fratello maggiore, chiese a Guido di collaborare con lui. Manager e produttore discografico, a Franco devono la celebrità Sergio Endrigo, i Pooh, Caterina Caselli, i Camaleonti, Gino Paoli, Gigliola Cinquetti, Ornella Vanoni… Franco Crepax è scomparso nel marzo del 2020. Testimoni del suo genio intuitivo non sono soltanto i nomi qui citati, ma anche le copertine realizzate da Guido, che rivoluzionarono la piattezza del linguaggio fino ad allora imperante. La Carovana Carosone veste i panni di un gruppo tuareg che suona l’oud seduto su un tappeto damascato. Ai lati della foto bianco e nero di Johnny Dorelli, interprete del brano Il dente d’elefante, un esploratore in tenuta da spedizione e un’affascinante odalisca, realizzati con tratti da fumetto. E visto che Peppino di Capri canta I marziani, eccoli: immortalati ispirandosi ai film di fantascienza dell’epoca.

TASSELLI
Il racconto del lungo dialogo di Crepax con la musica manca ancora di un tassello decisivo. Per comprendere quale sia, si possono prendere ad esempio le copertine di Bugiarda, Giorgio Consolini, 1954; Lady Chatterly’s Lover, Joe Reisman Orchestra, 1959; Bonnie e Clyde, Rinaldo e Basta, 1968; La più bella del mondo, Nicola di Bari, 1976. In tutte compare una figura femminile che via via acquista il volto, il corpo, lo sguardo di Valentina. Scrive ancora Antonio Crepax: «La ragazza in primo piano della copertina del 45 giri Milano è identica a Valentina, che nasce nel 1965, lo stesso anno di uscita del disco per l’etichetta Cgd. La cantava un giovanissimo Claudio Lippi, voce solista della band I Crociati». Giusta scelta, allora, e regalo prezioso, che il cerchio di Crepax a 33 giri si chiuda con la terza parte di Bianca, una storia eccessiva, 1968, dal titolo Quadri straordinari, le cui tavole vengono qui riproposte a colori. Di nuovo Antonio: «Dopo tre anni di storie di Valentina… Crepax sente il bisogno di liberare la sua naturale propensione a rompere con gli schemi, far discutere, scandalizzare. Nasce così Bianca, che come l’album dei Garybaldi, è ‘sempre nuda’, continuamente esposta e vittima delle fantasie che essa stessa crea». E Bianca sarà Nuda per il rock dei Garybaldi.

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