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Tutti contro Grillo. Il Pd costringe Conte a battere un colpo

Tutti contro Grillo. Il Pd costringe Conte a battere un colpoBeppe Grillo – LaPresse

Sesso, bugie e videoshock L’ex premier rompe il silenzio: «Capisco Beppe come padre, ma esprimo rispetto per il dolore della presunta vittima»

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 21 aprile 2021

Ci prova Giuseppe Conte, il leader in pectore del nuovo corso, a fare uscire il Movimento 5 Stelle dalla situazione difficile nella quale lo ha infilato Beppe Grillo con il video in difesa del figlio accusato di violenza sessuale di gruppo. La posizione è stata peraltro ribadita ieri dalla mamma del ragazzo, Parvin Tadjk

DOPO ORE di silenzio durante le quali praticamente tutti i partiti hanno invocato una sua presa di posizione, l’ex presidente del consiglio capisce che ormai la questione è diventata politica, non più solo legata a un’indagine giudiziaria, e consegna una dichiarazione alle agenzie. Comincia con l’esprimere comprensione per il garante: «Ho avuto modo di parlare con Beppe Grillo in più occasioni e conosco bene la sua sensibilità su temi particolarmente delicati – esordisce Conte – Sono ben consapevole di quanto questa vicenda familiare lo abbia provato e sconvolto. È una vicenda che sta affliggendo lui, la moglie, il figlio e l’intera famiglia». Tuttavia, prosegue, «non possiamo trascurare che in questa vicenda ci sono anche altre persone, che vanno protette e i cui sentimenti vanno assolutamente rispettati, vale a dire la presunta vittima, la giovane ragazza direttamente coinvolta nella vicenda e i suoi familiari». Poi fa riferimento al «principio fondamentale»: «L’autonomia e il lavoro della magistratura devono essere sempre rispettati. Perciò anche in questo caso attendiamo che i magistrati facciano le loro verifiche».

PRIMA DI LUI gli attacchi politici si erano moltiplicati. La questione in mattinata era arrivata in aula, alla Camera. Alla richiesta di Ylenia Lucaselli di Fratelli d’Italia che i deputati esprimessero «vicinanza a una giovane donna vittima dell’arroganza e del sessismo verbale» aveva risposto il capogruppo grillino Davide Crippa, che era apparso in evidente difficoltà: «Distinguerei la vicenda personale di un padre emotivamente coinvolto e quella politica del M5S. Sono due cose completamente diverse». Per il capogruppo di Leu Federico Fornaro «chi svolge ruoli istituzionali e politici ha più doveri e Beppe Grillo si è dimenticato di essere il leader di un movimento». Poco dopo erano arrivati i messaggi dei due vicesegretari del Partito democratico. Irene Tinagli aveva definito le parole di Grillo «inaccettabili e vergognose». Giuseppe Provenzano aveva infilato un cuneo nel processo di costruzione dell’alleanza col M5S e tracciato una distinzione tutt’altro che innocua tra il co-fondatore dei 5 Stelle e la guida designata: «Il futuro dell’alleanza dipende dall’evoluzione del M5S, dal tentativo in corso da parte di Conte di creare un nuovo Movimento. E tra le condizioni c’è quella di abbracciare sempre le garanzie e lo stato di diritto, per cui quel video è inconcepibile». Che siano parole tutt’altro che dal sen fuggite e che questa storia agli occhi del Pd sia destinata a diventare lo spartiacque tra il M5S di Grillo e quello di Conte lo si capisce in serata, a freddo, quando dal Nazareno ribadiscono il concetto ed esprimono rispetto per il travaglio interno dei grillini pur confermando la nettezza della critica.

PARE EVIDENTE: ci si è trovati prima ancora di quanto si potesse credere a toccare con mano la contraddizione costitutiva del M5S, un dato di fatto che era prevedibile e che potrebbe minare alla radice la rigenerazione dei 5 Stelle: «Cosa succederebbe se Conte un giorno si dovesse trovare in disaccordo con Grillo?». Il primo capisce che non può continuare a tacere, a meno che non voglia dimostrare fin da subito di essere ostaggio del padrone di casa pentastellato. Per di più, tra gli eletti del M5S circola forse per la prima volta fastidio per l’invadenza di Grillo. Qualcuno accusa: «Da settimane inibisce le ospitate televisive poi diffonde un video che rischia di affondarci?». Il filtro degli addetti alla comunicazione spera che la faccenda finisca nel dimenticatoio e prova a decomprimere il dissenso interno diffondendo la voce delle deputate che si sono spese per la legge sulla violenza sulle donne e che sono rimaste basite di fronte alle parole di Grillo. «La politica, soprattutto nel M5S, si esprime nei fatti. Noi abbiamo realizzato il codice rosso. E i nostri parlamentari si sono decurtati il compenso per finanziare un fondo contro la violenza» dice ad esempio Alessandra Todde, viceministro allo sviluppo economico.

CONTE parla da capo, e questa è già una notizia viste le difficoltà dei giorni scorsi. Cerca una mediazione tra la fedeltà al garante e la necessità di lasciarsi spazi di manovra e rispondere alle sollecitazioni provenienti dagli alleati. Lo fa anche provando a fare da sponda alle parlamentari, quando dice di «considerare fondamentale la lotta contro la violenza sulle donne, che abbiamo sempre combattuto in prima linea, basti ricordare le norme sul codice rosso quando abbiamo condiviso la responsabilità di governo». Poi promette: «Questi principi continueranno a informare la nostra azione politica e le nostre battaglie culturali».

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