Politica

«Tutti con Tsipras basta settarismo»

Rifondazione E che succederà dei sempre più piccoli partiti a sinistra del Pd a spese dei quali Renzi – come del resto già il suo ispiratore Veltroni – immagina una legge […]

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 21 gennaio 2014

E che succederà dei sempre più piccoli partiti a sinistra del Pd a spese dei quali Renzi – come del resto già il suo ispiratore Veltroni – immagina una legge elettorale ben attenta a evitarne la rappresentanza parlamentare? A rimescolare le acque c’è senz’altro l’appello «una lista per Tsipras» (sul manifesto del 17 gennaio) promosso da un gruppo di intellettuali (fra i primi firmatari Barbara Spinelli, Andrea Camilleri, Marco Revelli, Guido Viale, Luciano e Paolo Flores D’Arcais) che sta raccogliendo adesioni oltre i partiti e movimenti della sinistra-sinistra. All’appello guarda con interesse Sel, che nel week end apre il suo congresso divisa fra un’anima propensa ad appoggiare il socialdemocratico Schultz e una orientata verso il leader della greca Syriza. Discussione aperta. I contenuti dell’appello sono cavalli di battaglia dell’area vendoliana. Meno digeribile l’approdo nel Gue, auspicato nell’appello e che rischia di perimetrare la campagna nei confini della Sinistra europea.

Intanto dentro Rifondazione la discussione cammina. Sabato a Roma si è tenuta, per iniziativa della componente Essere comunisti, un’affollata assemblea di «lavori in corso a sinistra». Presenti molte anime della sinistra (Alba, Cgil, Fiom, Prc, Sel, Pdci, Azione civile, Movimento per il partito del lavoro). All’ordine del giorno la vicenda della lista europea, ma si guarda anche più avanti. «Ovunque in Europa – è stato il ragionamento di Claudio Grassi – la sinistra si afferma a cresce. Da noi è frantumata e non conta. Occorre riaggregare la sinistra partendo da ciò che unisce». La proposta è quella di «un coordinamento stabile» per concordare iniziative comuni. Qualcuno evoca una nuova, ennesima scissione nel Prc. Da quest’area arriva una smentita. E la replica di Grassi: «Oggi più che un rischio di scissione c’è un rischio di estinzione. Di una scissione silenziosa delle migliaia che se ne vanno. Sta già succedendo». Serve dunque «uno sbocco politico», «un inizio», spiega Alberto Burgio, verso ma anche oltre «le europee, dove vanno scongiurate operazioni di ceto politico che potrebbero ostacolare la presentazione di un’unica lista per Tsipras». Un nuovo inizio, un altro, che almeno stavolta sappia «contrastare una propensione al settarismo radicata in tanti compagni da vent’anni di divisioni che sarebbero dovuti essere vent’anni di ricomposizione delle forze critiche».

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