Tutta l’Italia è in rete, ma chi la protegge?
Hacker’s Dictionary Voto elettronico, banche online, intelligenza artificiale, privacy e startup: a Pisa la terza conferenza annuale del Cini sulla sicurezza informatica si interroga sui temi caldi della cittadinanza digitale
Hacker’s Dictionary Voto elettronico, banche online, intelligenza artificiale, privacy e startup: a Pisa la terza conferenza annuale del Cini sulla sicurezza informatica si interroga sui temi caldi della cittadinanza digitale
La prossima settimana Pisa accoglie il meglio della cybersecurity italiana. Professori universitari, ricercatori indipendenti, hacker e aziende si ritroveranno tutti all’interno di Itasec.
Giunta alla sua terza edizione, Itasec è la più importante conferenza accademica sui temi della sicurezza informatica per industrie, governi e pubbliche amministrazioni. Organizzata dal Laboratorio Nazionale di Cybersecurity del Cini, avrà luogo presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche toscano dal 12 al 15 febbraio.
Banche, Assicurazioni, imprese informatiche e di telecomunicazione si incontreranno lì per discutere di biometria e privacy, di blockchain e anonimato, di computer quantistici e intelligenza artificiale, ma anche dell’affidabilità dei sistemi di voto elettronico, della sicurezza delle transazioni bancarie online e di navigazione sicura sul web, con l’obbiettivo di creare insieme un ecosistema digitale più sicuro e adatto ai tempi che viviamo.
L’importanza di proteggere tutte le attività che svolgiamo online è facile da capire: più ci affidiamo alle tecnologie digitali, più la nostra società diventa fragile. La causa è l’accelerata digitalizzazione che ha imposto alle organizzazioni un ripensamento complessivo del loro modo di funzionare e messo in mano alle persone strumenti potenti di cui non sempre colgono le potenzialità e i rischi.
Secondo il Digital Around the World 2019, il report annuale di Hootsuite e We Are Social sull’utilizzo di smartphone, web e social, 54,8 milioni di italiani si connettono a Internet con regolarità, 35 milioni hanno un profilo social e 31 milioni di loro lo fanno attraverso uno smartphone per trascorrete 6 ore al giorno online. Ebbene sì, gli italiani si dedicano per 2 ore ai social network, e il tempo restante a video, musica in streaming e al gaming online. Dei nostri connazionali uno su sei gioca in streaming, mentre il 70% compra su Internet e il 42% fa acquisti online da dispositivi mobili.
Ed è proprio in questo scenario dove la vita digitale si confonde con quella analogica che emergono i problemi e si verificano furti di dati e rapine informatiche, nasce la dipendenza da Facebook, si propagano le bufale e aumentano i fenomeni di cyberbullismo.
Ma è lo stesso contesto in cui pure si creano nuove opportunità per il lavoro, lo studio, la voglia di fare impresa. Ecco, ad esempio, a Itasec un’intera giornata sarà dedicata alle startup del settore, ai giovani che cercano lavoro e ai finanziatori di iniziative innovative.
Il tentativo degli organizzatori è quello di mappare l’ecosistema nazionale della ricerca in cybersecurity e di fare un primo censimento delle startup analizzando iniziative e programmi, pubblici e privati, che favoriscono il percorso dalla ricerca alla creazione di impresa. Sempre a Itasec si terrà il primo workshop italiano dedicato alla comunità che organizza e partecipa alle competizioni Capture The Flag, le competizioni dove gli hacker si sfidano tra di loro in una sorta di rubabandiera digitale per mettere alla prova le proprie competenze.
Non è un caso che Itasec sia anche l’occasione per parlare di Cyberchallenge, della nazionale hacker italiana e di come scuola e università preparino i giovani alle sfide del mondo del lavoro. In Italia i talenti informatici sono tanti, ma non sempre trovano l’ambiente giusto per rimanere a lavorare in patria. Creare adeguate occasioni di studio, lavoro ben pagato e imprese innovative è il modo migliore di usare il loro talento al servizio del paese, cioè di noi tutti cittadini digitali.
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