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«Tutela dell’ecosistema in Costituzione», l’operazione è partita

«Tutela dell’ecosistema in Costituzione», l’operazione è partitaIl presidente del Consiglio

Maggioranza L'ennesimo annuncio del presidente del Consiglio fa seguito all'inizio dei lavori nella prima commissione del senato, con la proposta grillina che soprasse tutte le altre. Ma il diritto a un ambiente salubre è già riconosciuto dalla giurisprudenza che incrocia gli articoli 9 e 32 della Carta. Quello che all'Italia difetta, secondo un recente rapporto dell'Onu, sono le leggi che promuovono una difesa attiva del territori, delle piante e degli animali

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 5 ottobre 2019

L’intenzione di mettere la protezione dell’ambiente nella Costituzione, Giuseppe Conte l’ha esternata nell’ultimo mese almeno sei volte. Nei discorsi programmatici e nelle repliche in parlamento quando ha chiesto la fiducia, a New York durante la conferenza sul clima dell’Onu, in un paio di interviste e ieri ad Assisi dove ha festeggiato San Francesco. Anche il segretario del Pd Nicola Zingaretti ieri ha condiviso l’obiettivo, specificando il tema: «Dobbiamo avere il coraggio di mettere la sostenibilità ambientale nella Costituzione». Proprio questa settimana in prima commissione al senato è partito l’iter per passare dagli slogan alla legge. Legge di revisione costituzionale in questo caso, uno o più commi da aggiungere all’articolo 9 che adesso recita «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione».

La tutela dell’ambiente è già dunque in Costituzione dal 1948 e da tempo la giurisprudenza dall’incrocio con «il paesaggio» dell’articolo 9 e l’articolo 32 che tutela il diritto alla salute ha tratto il diritto all’ambiente salubre. Nella costruzione di questo presidio costituzionale, le sentenze più importanti della Consulta sono vecchie di oltre trent’anni ma ce ne sono anche di più recenti. Come le tante che si sono occupate di definire la tutela dell’ambiente come un «valore costituzionalmente protetto», materia «trasversale» per le competenze ma con la prevalenza – anche dopo la riforma del Titolo V – delle competenze dello stato su quelle delle regioni.

Interessante è la lettura del primo rapporto Onu sul diritto ambientale nel mondo (2019). Perché all’interno di una valutazione generale secondo la quale non sarebbero le leggi o i principi a difettare, ma la loro applicazione, l’Italia emerge come una delle nazioni con le maggiori tutele scritte. Il nostro risulta essere stato tra i primi paesi al mondo ad avere la tutela dell’ambiente salubre in Costituzione e anche una legislazione quadro a protezione dell’ambiente. Dove l’Italia invece difetta, secondo il rapporto Enviromental rule of law dell’Unep (il Programma delle Nazioni unite per l’ambiente) è negli strumenti legislativi che favoriscono le azioni a protezione dell’ambiente da parte dei cittadini attivi. Non ha un presidio costituzionale del diritto all’accesso alle informazioni delle pubbliche amministrazioni, non ha uguale tutela per le azioni dirette dei cittadini nei tribunali a difesa dell’ambiente e non ha una legislazione specifica che garantisca la partecipazione delle comunità alle valutazioni di impatto ambientale. Tutte cose che nell’esperienza dell’agenzia Onu hanno un concreto impatto sull’effettiva tutela dell’ambiente.

In questa legislatura, le prime proposte di legge costituzionale sono state presentate oltre un anno fa dalla senatrice di Leu Loredana De Petris e dal deputato di Forza Italia Paolo Russo. La seconda proposta di De Petris ha ricevuto il sostegno anche dei rappresentati del Pd e di Forza Italia. L’ultima proposta arrivata è quella del senatore grillino Perilli, lo sfidante di Toninelli per la guida del gruppo 5 Stelle. Ed è la proposta che andrà avanti, tanto che Conte ieri ad Assisi l’ha praticamente recitata a memoria. «Andremo a rafforzare la Costituzione – ha detto – con l’inserimento anche della protezione dell’ambiente, della biodiversità e la promozione dello sviluppo sostenibile». Il disegno di legge costituzionale grillino è infatti assai più scarno di quelli di Leu e propone di aggiungere all’articolo 9 un solo comma, il terzo: «La Repubblica tutela l’ambiente e l’ecosistema, protegge le biodiversità e gli animali, promuove lo sviluppo sostenibile, anche nell’interesse delle future generazioni».

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