Turchia e Libano deportano 400 siriani
Medio Oriente Ankara modifica le regole di ingresso nel paese e costringe 400 profughi arrivati all'aeroporto di Beirut con il biglietto aereo in mano a tornare in Siria. L'accusa di Amnesty International: così rischiano la vita.
Medio Oriente Ankara modifica le regole di ingresso nel paese e costringe 400 profughi arrivati all'aeroporto di Beirut con il biglietto aereo in mano a tornare in Siria. L'accusa di Amnesty International: così rischiano la vita.
Saranno costretti a tornare a Damasco gli oltre 400 siriani che venerdì, biglietto aereo alla mano, aspettavano all’aeroporto di Beirut di volare in Turchia. A costringerli al rimpatrio sono le nuove regole di ingresso in territorio turco, entrate in vigore venerdì: i siriani non possono più ottenere il visto di 90 giorni al confine, ma dovranno richiederlo prima.
Una procedura impossibile che, accusa Amnesty International, li pone in «serio pericolo di vita» una volta tornati in Siria. Cento di loro sono stati già rispediti indietro. Amnesty chiama in causa anche Beirut: «È una oltraggiosa violazione degli obblighi internazionali sulla protezione dei rifugiati. Il governo libanese deve interrompere subito la loro deportazione».
Ai profughi restano poche alternative: la pericolosa fuga via mare o la guerra civile.
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