Giornate estremamente frizzanti quelle recenti per il mondo del cinema giapponese, non solo il nuovo Miyazaki in uscita oggi nelle sale, con tutti i dubbi sulla non promozione, ma anche due importanti annunci, entrambi avvenuti durante questa settimana. Shin’ya Tsukamoto farà uscire il suo nuovo lungometraggio, Hokage, il prossimo 25 novembre, con una probabile partecipazione a Venezia, dove oramai è un abituè. Il lavoro, come dichiarato dallo stesso autore, è in qualche modo una continuazione del discorso complesso, tragico ma necessario, sulla guerra e la violenza cominciato nel 2014 con Fires on the Plain (Nobi) e sviluppato quattro anni più tardi con Zan. Se in Fires on the Plain, film che viene riproposto ogni estate in vari cinema indipendenti lungo tutto l’arcipelago, Tsukamoto raccontava gli orrori e la carneficina degli ultimi atti della Seconda Guerra Mondiale attraverso la storia di un soldato giapponese nelle Filippine occupate, Zan spostava l’attenzione sul rifiuto di combattere da parte di un samurai pentito durante le fasi finali del periodo Edo.
In Hokage, Tsukamoto invece porta sul grande schermo quello che la guerra lascia dietro di sé, le conseguenze cioè che qualunque conflitto bellico provoca, cicatrici fisiche e mentali, nelle persone che riescono a sopravvivere. Secondo lo stesso Tsukamoto, Hokage è un film-preghiera, un’opera che non poteva non realizzare, specialmente nella congiuntura storica che stiamo attraversando, ora che il mondo si sta muovendo, sempre per il regista giapponese, in modo pericolosamente sospetto. Il film ha come protagonisti l’attrice Shuri e Mirai Moriyama, poliedrico performer la cui attività spazia dal cinema, alla danza contemporanea, fino al teatro.

SHURI interpreta una donna che alla fine della guerra è sola e smarrita, ma che riesce a trovare un barlume di speranza quando incontra un giovane che ha perso la sua famiglia e che ha un braccio immobilizzato.
Il film quindi, stando a queste poche informazioni, dovrebbe essere la descrizione di come il dopo dei conflitti bellici è vissuto dalle persone comuni, come queste vivano in un mondo che è sia fuoco che ombra (i caratteri che compongono la parola Hokage). Ma forse la descrizione più poetica di cosa sarà il film ci viene da Moriyama, che nelle dichiarazioni rilasciate a vari giornali, descrive i due protagonisti come delle anime perdute, quasi fantasmi, che vagano nel tumulto del dopoguerra.
Si svolge nel dopoguerra anche il nuovo lungometraggio dedicato a Godzilla, titolo ufficiale Godzilla Minus One, il cui primo trailer è stato diffuso dalla Toho, la casa di produzione dove la saga del kaiju più famoso iniziò nel 1954, nei scorsi giorni. Il film è diretto, scritto e con gli effetti speciali curati da Takashi Yamazaki ed uscirà nelle sale dell’arcipelago il prossimo tre novembre ed una uscita statunitense il primo dicembre. Yamazaki ha iniziato nel cinema proprio negli effetti speciali e nella sua carriera ha realizzato successi commerciali di grande presa sul pubblico quali Doraemon, Lupin III: The First o la trilogia di Always: Sunset on Third Street, tra il 2005 e il 2012. Mentre in quest’ultima c’è una visione nostalgica ed elegiaca del dopoguerra giapponese, in Godzilla Minus One sui fatti storici del post 1945 è intessuta la trama dell’arrivo di una nuova calamità, Godzilla appunto. Il lungometraggio è il lavoro numero trentasette dedicato al grande lucertolone creato da Ishiro Honda e Eiji Tsuburaya nel 1954 e rappresenta quindi da parte della Toho anche un modo per celebrare il settantesimo anniversario per l’anno prossimo.

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