Ufficialmente, Alexis Tsipras non è andato a Mosca a chiedere un aiuto finanziario alla Russia, mentre contemporaneamente una conferenza telefonica dell’Euro Working Group ha affrontato una volta di più la questione greca. La visita di lavoro di due giorni del primo ministro greco in Russia, è il primo viaggio di Tsipras fuori dai confini della Ue. E’ un tassello del difficile gioco diplomatico di Atene in questi giorni, su più terreni, per evitare che il nodo scorsoio si stringa definitivamente e soffochi la Grecia: il tempo stringe, a fine aprile deve essere presa una decisione sul versamento dell’ultima tranche di 7,2 miliardi di euro del piano di aiuti di 240 miliardi varato nel 2010 e a Bruxelles ritengono che le riforme presentate da Atene non siano ancora sufficienti. In questo quadro, Vladimir Putin cerca di dividere i paesi europei sul fronte ucraino, anche se ha rassicurato gli europei affermando ieri di “non voler usare Atene come cavallo di Troia nella Ue”. Ieri, Tsipras ha ricordato le perplessità greche sulle sanzioni Ue contro la Russia, che colpiscono l’economia greca per le ritorsioni di Mosca (in particolare nell’export di frutta, verdura e pellicce, una produzione di lusso esportata al 70% in Russia, ma anche per la presenza di turisti russi, in diminuzione): “per risolvere la crisi profonda (in Ucraina) – ha affermato il primo ministro greco – bisogna abbandonare il circolo vizioso delle sanzioni” e applicare l’accordo di Minsk, “chiave” della soluzione. Putin potrebbe ritirare alcuni paesi dalla lista delle ritorsioni russe. Non solo la Grecia, con cui ci sono per Putin “radici spirituali comuni”, ma anche Cipro e l’Ungheria, paesi reticenti alle sanzioni. Bruxelles teme che questa divisione che cova nella Ue, venga alla luce del sole quando, a giugno, dovrà essere deciso se riconfermare le sanzioni contro la Russia. La cooperazione tra la Russia e la Grecia potrebbe estendersi anche al campo dell’energia, in particolare con il Turkish Steam, che è visto di cattivo occhio a Bruxelles, perché destinato a portare il gas russo in Europa senza passare dall’Ucraina, in sostituzione del South Stream, bloccato. Gazprom potrebbe fare degli sconti sul prezzo del gas per la Grecia, e, anche se non si è parlato di prestiti, c’è in ballo una maggiore cooperazione: “la Grecia non ha chiesto alla Russia aiuti finanziari – ha precisato Putin – ma prestiti nell’ambito della cooperazione sono possibili”. Le banche russe potrebbero effettuare degli acquisti “spontanei” di Bot greci, per esempio, oltre a riprendere l’import di prodotti agricoli di Atene. La Grecia ha ancora in mano la carta della cooperazione militare, terreno altamente minato perché mette in ballo la Nato e suscita una decisa ostilità a Washington: ma già Cipro ha concesso alle navi russe la possibilità di utilizzare il porto di Limassol.

Il viaggio in Russia di Tsipras fa parte dell’offensiva diplomatica Grecia in corso in questo periodo per evitare che il nodo scorsoio del soffocamento economico stringa definitivamente. Il ministro delle finanze, Yanis Varoufakis, ha confermato che oggi verranno versati i 460 milioni dovuti all’Fmi e lunedi’ incontrerà anche dei responsabili del Tesoro Usa, tra cui Nathan Sheets, sotto-segretario incaricato degli affari internazionali. Vedrà anche Caroline Atkinson, consigliere di Obama per gli affari economici internazionali. Varoufakis ha ottenuto maggiore comprensione da parte dell’Fmi che a Bruxelles, dove i più ortodossi chiedono la testa delle programma politico di Syriza (vogliono la riforma del mercato del lavoro e delle pensioni, cioè tagli e liberalizzazioni come sono già state attuate un po’ dappertutto in Europa). La presidente dell’Fmi, Christine Lagarde, ha sottolineato che “l’incertezza non è nell’interesse della Grecia” e che “una cooperazione effettiva è nell’interesse di tutti”. Le scadenze dei rimborsi si avvicinano e si moltiplicano nei prossimi 30 giorni: dopo i 460 milioni di oggi all’Fmi (e 360 milioni ai privati per la scadenza dei Bot a breve), arrivano ancora 1,4 miliardi sempre per i Bot il 14 aprile e un altro miliardo il 17. A maggio, il 5 devono essere restituiti altri 200 milioni all’Fmi e il 12 ancora 763 milioni all’istituzione di Washington. Il governo deve poi trovare i soldi per pagare i dipendenti pubblici. Atene ha ottenuto il 24 febbraio scorso un prolungamento di 4 mesi del piano di “salvataggio” e il governo Tsipras è già stato costretto a fare concessioni sulle “riforme” dopo il nein tedesco alla richiesta di rimandare di sei mesi i rimborsi.