L’Egitto «partner strategico», «pilastro della stabilità in Medio Oriente», al-Sisi «grande presidente». Tra sorrisi, fotografie e strette di mano, con queste parole Donald Trump ha accolto il generale egiziano, volato a Washington martedì. Nella visita di tre giorni i due hanno discusso di cooperazione in campo economico e militare e di contrasto al terrorismo. Ma a ben guardare sono fattori interni che in questa fase spingono al-Sisi a cercare il sostegno dell’alleato americano. La sua riforma costituzionale sarà sottoposta nelle prossime settimane a un referendum popolare e il presidente, pur avendo annichilito qualsiasi forma di opposizione, fatica a mettere a...