Tromsø, cinema on the rocks
Kermesse Al festival cinematografico ospitato dalla città norvegese presentate le novità nordeuropee e alcuni film rilevanti di quest'anno già premiati altrove
Kermesse Al festival cinematografico ospitato dalla città norvegese presentate le novità nordeuropee e alcuni film rilevanti di quest'anno già premiati altrove
«Frozen Land Moving Pictures» riportano i manifesti appesi un po’ dappertutto nella città norvegese di Tromsø. Terra di ghiaccio, quadri in movimento. Il ghiaccio c’è, eccome. Sono 20 gradi sotto zero quando arrivo nel buio assoluto del pomeriggio. In gennaio questa città di settantamila abitanti ospita una settimana di cinema con film da tutto il mondo ma anche film locali, indigeni. Il tassista che mi porta dall’aeroporto mi racconta di un film che ha appena visto.
L’aspetto più importante però è che in questa città il festival del cinema vive dappertutto. Forse perché il sole non sorge fino al 19 di gennaio. E poiché il Tiff (Tromsø International Film Festival) arriva proprio alla fine del calendario cinematografico, poco prima che tutto abbia inizio di nuovo con la Berlinale a febbraio, questo festival può vantare un programma di straordinaria ricchezza, che include infatti la crème dei film mondiali: da Perfect Day di Wim Wenders al film debutto di Molly Manning Walker How to Have Sex, da The Holdovers di Alexander Payne al capolavoro di Jonathan Glazer, Zone of Interest.
Si è già parlato a lungo di tutti questi film ma ce ne sono altri, forse meno discussi, che meritano di ricevere un po’ più di attenzione come per esempio il film tedesco The Teacher’s Lounge. È un dramma riguardante un’insegnante giovane e molto capace che prova sempre a fare la cosa giusta nonostante il comportamento di alcune sue colleghe e qualche alunno difficile. Una decisione di intervenire in un momento di disonestà avrà ripercussioni profondissime. Un altro film, un po’ in ombra dopo il Festival di Cannes è stato Vincent doit mourir di Stephan Castang. Vincent conduce una vita normale fino a quando, senza alcuna ragione, degli sconosciuti provano ad ucciderlo.
Il film d’apertura è Life is Beautiful, un documentario che racconta lo spirito del festival stesso. Il regista Mohamed Jabaly arrivò a Tromsø per partecipare al Nordic Youth Festival nel 2016. Durante il suo soggiorno il confine tra Gaza e Egitto venne chiuso e Mohamed restò in una terra di nessuno, dal punto di vista legale. Non riconosciuto dalle autorità norvegese come filmmaker, lui ha lottato per rimanere, sostenuto dalla comunità dei cineasti. Ovviamente con gli eventi degli ultimi mesi, il film è ancora più importante come lo è il bisogno di una grande solidarietà da parte di gente che ha gli stessi valori ma che appartiene a nazioni diverse.
Una sezione di grande importanza a Tromsø è «Voices from the North» – voci dal nord. Questa sezione accoglie film provenienti da diversi paesi del nord, tra i quali Svezia, Finlandia, Canada, Russia e ovviamente la Norvegia. Il film d’apertura era il meraviglioso The Gullspång Miracle, un documentario con una storia così incredibile da lasciare più domande che risposte alla fine della visione. Due sorelle norvegesi decidono di comprare una casa in Svezia: la donna che vuole vendere loro la casa è la fotocopia della loro sorella maggiore, morta trent’anni prima. La regista Maria Fredriksson ha seguito la storia per due anni, provando ad arrivare a una verità che non vuole essere svelata.
Nella stessa sezione, il documentario One with the Whale di Peter Chelkowski e Jim Whickens, parla di una comunità piccola e isolata dell’Alaska sulla costa del mare di Bering. Il popolo Yu’pik dipende per la sua sopravvivenza dalla caccia alle balene. Quando Chris Apassingok uccide la sua prima balena, sua madre condivide la notizia su Facebook, solo per ricevere attacchi da ambientalisti e animalisti da tutto il mondo, nessuno dei quali conosce o capisce la cultura e la realtà degli Yu’pik.
Da una comunità lontana a una molto vicino a Tromsø. I Sami sono un nazione transnazionale di circa centomila persone che vivono tra Norvegia, Svezia e Russia. Nonostante il loro numero esiguo, con l’aiuto del festival di Tromsø e il Sami Film Institute adesso hanno un’industria di produzione cinematografica che ha cominciato a produrre cortometraggi, documentari e fiction ogni anno. Lisa Hoen, la direttrice artistica di Tromsø, mi ha detto che esiste solo una manciata di film Sami cominciando con Pathfinder nel 1987, ma che nonostante ciò gli ultimi tre film sono venuti al festival.
Durante la mia conversazione con Anna Lajla Utsi, una vera e propria energetica forza della natura e a capo del Sami Film Institute, prevale un senso di ottimismo per la cultura dei Sami. Un nuovo film, Stolen è in arrivo su Netflix, e The Tundra Within Me di Sara Margarethe Oskar è presente al festival. Si tratta di una storia d’amore tra un pastore di renne e un’artista che è tornata da Oslo. Come film ha certamente dei difetti. La scelta di usare attori non professionisti rappresenta sempre un rischio, in particolare quando la regista manca di esperienza, ma offre una prospettiva in un modo di vita e cultura molto diversi. C’è proprio una grande bellezza nella tundra selvaggia e bianca e il figlio di Anna Lajla ha suonato la chitarra e cantato in Sami al concerto finale di chiusura del Festival.
Passando da un popolo locale a un pubblico internazionale, abbiamo il film Dream Scenario con Nicolas Cage (uscito nelle sale italiane a novembre con il titolo Hai mai sognato quest’uomo?), che vede il regista norvegese Kristoffer Borgli tentare il suo debutto Hollywoodiano. Il suo ultimo film Sick of Myself ha avuto un buon impatto sulla critica e lo ha lanciato verso gli Usa. Dream Scenario racconta la vita di un noioso professore che diventa una celebrità quando comincia ad apparire nei sogni di estranei. Il concetto poteva essere solo un capriccio nelle mani di una intelligenza meno originale, ma Borgli è davvero un talento entusiasmante.
La ciliegina sulla torta è stata la stagione dei film dei Fratelli Coen, da Blood Simple a Jerry Lee Lewis: Trouble in Mind. Quest’ultimo è stato diretto da Ethan Coen insieme alla moglie addetta al montaggio, Tricia Coooke con la quale ha appena finito Driveaway Dolls, definito, durante una masterclass sold out, un «trashy lesbian road movie» dalla coppia. Molti membri del pubblico hanno voluto condividere la vicinanza di Fargo alla loro esperienza personale. La temperatura esterna era come quella di Fargo e la neve scendeva fitta. Durante il viaggio verso l’aeroporto, il tassista mi ha portato a vedere il sole sorgere per la prima volta. Quando siamo risaliti in macchina mi ha detto che aveva appena visto The Teacher’s Lounge – «il film migliore del festival» pensava. «Lo hai visto?»
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