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Trieste, piazza Unità proibita. E i pro vax si organizzano

Trieste, piazza Unità proibita. E i pro vax si organizzanoTrieste, manifestazione contro il Green Pass in Piazza Unità – LaPresse

Trentamila firme di friulani in due giorni su una petizione per «vaccini e lavoro». Un cluster tra i manifestanti No Pass. Fedriga e Dipiazza: «Ora massima durezza»

Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 2 novembre 2021

Il clima era surriscaldato da giorni. Non stupisce che vengano annunciate misure restrittive contro manifestazioni e cortei, la conferenza stampa di ieri mattina era abbastanza scontata: il presidente della Regione, il sindaco, il prefetto in una sala piena di tutte e autorità cittadine riunite. L’aria che tirava si vedeva sui mezzi di comunicazione locali da giorni: sempre più allarmistici sui contagi e sempre più schierati sul versante del “facciamola finita”. Così anche la politica, da Forza Italia al Pd, con dichiarazioni sempre più insofferenti su quanto accadeva in piazza. Due settimane di manifestazioni anti-vax/green pass hanno esacerbato gli animi, le posizioni si sono estremizzate, da una parte e dall’altra, in una città risucchiata in una sorta di ossessione che rompe amicizie, che fa litigare nei bar come in famiglia.

LA CONFERENZA STAMPA ha confermato quello che già si era capito: linea dura e una ordinanza di sindaco e prefetto per imporre l’obbligo di mascherine anche all’aperto e il divieto di manifestazioni non istituzionali almeno fino al 31 dicembre.

Brucia la considerazione che Trieste sia diventata la capitale dei no vax, che la sua immagine di città “bella e ordinata” sia stata rovinata dall’enfasi costruita attorno alle tante, troppe, iniziative quotidiane con l’afflusso di migliaia di persone che hanno letteralmente convissuto per giorni negli stessi spazi e gridando gli stessi slogan. Bruciano i danni economici per le interruzioni al traffico, per un clima che ha allontanato i turisti, per le perplessità insinuate nei partner commerciali.

TUTTA L’ATTENZIONE, in conferenza stampa, è stata volta a sottolineare il dato epidemiologico: un centinaio di manifestanti non vaccinati risultati positivi sono stati la leva perfetta per giustificare le restrizioni, l’approfondirsi dei controlli, l’aumento delle sanzioni. Un richiamo alla scienza e ai dati mai sentito così convintamente rilanciato dal presidente leghista della Regione, Massimiliano Fedriga, in un intervento dai toni furibondi contro chi ha diffuso e diffonde «messaggi deleteri … squadristi da tastiera … diffusori di notizie false sui social e addirittura in piazza», in un crescendo di veemenza fino alla chiusa: «In pandemia le imbecillità non hanno diritto di esistere». Il sindaco di destra appena rieletto, Roberto Dipiazza, ha parlato dell’offesa portata alla città da quelle manifestazioni che hanno fatto il giro del mondo; «Adesso massima durezza» ha scandito.

CONFERENZA STAMPA con molto spazio lasciato ai responsabili regionali della lotta al Covid, dall’assessore al responsabile dell’unità operativa dedicata, con parziali approfondimenti sulla complessità della situazione e sulle eventuali diverse cause di una recrudescenza nella circolazione del virus che, a Trieste, ha numeri comunque esponenziali. Si è trattato, con tutta evidenza, di una conferenza stampa che doveva giustificare le misure di “contenimento” degli assembramenti da «manifestazione non indetta dalle istituzioni» ma non quello di proporre un’analisi sui nuovi contagi e, magari, altre iniziative concrete per fronteggiarli. Insistente, empatico o rabbioso, l’appello di tutti a vaccinarsi, a credere nella scienza e nella ricerca mondiale che su questo si sta spendendo e ancora, tutti, a ripetere «distanziamento, mascherina, lavarsi le mani».

«INIZIAMO A FARCI SENTIRE!» ha tuonato Fedriga e, conseguentemente, ha pubblicamente ringraziato Mitja Gialuz (il patron della Barcolana) e Tiziana Benussi (avvocato ma anche Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Trieste) per avere lanciato domenica una petizione su change.org dove si sostiene che «Trieste è scienza, lavoro, cultura e responsabilità», «perché Trieste si fida della scienza, perché il vaccino ci restituisce la libertà». Trentamila firme raccolte in due giorni, un numero enorme.

Nel quadro così scuro di una città frantumata, tutti i colori dell’arcobaleno si sono visti ieri sera per la manifestazione sul ddl Zan che ha portato centinaia di persone in piazza. Con un po’ di ritardo ma anche Trieste si è mossa. Davvero un raggio di luce quasi insperato. Sempre che non sia l’ultima manifestazione pubblica in questa città.

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