«Caso chiuso, lavoriamo in perfetta collaborazione». Solo a sera il ministro Raffaele Fitto raccoglie il ramoscello d’ulivo porto dalla Commissione Ue che, il giorno prima, aveva invece severamente ammonito l’Italia per la decisione di allontanare i magistrati della Corte dei Conti dalle faccende riguardanti il Pnrr. Una critica presa malissimo da palazzo Chigi che venerdì, dopo aver aspettato per tutto il pomeriggio che Bruxelles correggesse il tiro, aveva replicato: «Si alimentano polemiche strumentali».

La correzione del tiro è appunto arrivata ieri, attraverso un portavoce della Commissione: «Nell’ambito del Pnrr, l’Italia ha posto in essere un solido sistema di audit e controllo per garantire la tutela degli interessi finanziari dell’Unione». E il portavoce a proposito della terza rata ha parlato di «scambi positivi con l’Italia». Ma nello stesso tempo confermato che le «valutazioni» necessarie a sbloccare il pagamento non sono state ancora completate.

«Sono sicuro che la verifica si concluderà positivamente e senza difficoltà», assicura Fitto parlando al Tg1. Ma implicitamente lo stesso ministro ammette che sul Piano in generale le difficoltà ci sono eccome, visto che ancora una volta sta sulla difensiva: «Stiamo lavorando da poco più di sei mesi su un piano nato due anni fa. Non è una sfida di questo governo, bensì per il nostro Paese».

La ricucitura con Bruxelles del resto avviene con una certa fatica, visto anche che nel pomeriggio Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia al parlamento europeo, dice senza perifrasi: «Penso che da parte di alcuni alti funzionari ci sia una sorta di doppio standard: quello che a Draghi veniva ampiamente consentito, senza che qualcuno gli chiedesse conto di alcunché, con noi diventa oggetto di attenzioni occhiute. A volte pare che nei nostri confronti ci sia un atteggiamento che sottende un pregiudizio negativo. E questo dà fastidio, perché il governo sta facendo di tutto e di più per lavorare in sinergia con la Commissione».

Di sicuro quello che farà il governo è portare avanti la decisione di escludere dal «controllo concomitante» sul Pnrr i magistrati contabili. Lunedì il decreto sulla Pa nel quale sono state inserite le modifiche sui controlli e sulla proroga dello scudo erariale approderà in aula alla Camera ed è previsto che il governo chieda il voto di fìducia.