Marco e Giulia sono due personaggi da sceneggiatura. La realtà è altrove. Lui è titolare di un negozio da barbiere che non sembra essere florido, lei è capocommessa in un grande magazzino. Vivono in un appartamento da benestanti, guidano una macchina sportiva, frequentano assiduamente discoteche e la loro chimica erotica produce scintille appassionanti. Come fanno a essere così felici? Semplice, non hanno figli e li ritengono il peggior castigo che possa essere inflitto a una giovane coppia affamata di vita. Per questo guardano con sarcasmo e commiserazione gli amici resi ormai schiavi dai piccoli alieni che si sono portati in casa.

Anche se dopo avere combinato un piccolo disastro decidono di rimediare offrendo una grande festa di compleanno alla figlia degli amici più cari, nonostante tutto. Ma la festa si risolve in un disastro epocale conclusa da una maledizione non meno epocale. Perché i nostri si risvegliano il giorno successivo con tre pargoli che li considerano mamma e papà. Come è possibile? Abbiamo detto, la sceneggiatura è libera da vincoli di realismo. Inizia così la seconda parte di un film che riesce a strappare sorrisi con situazioni paradossali e fantastiche (nel senso di fantasiose).

PROTAGONISTI assoluti Fabio De Luigi, che firma anche sceneggiatura e regia e Virginia Raffaele, oltre ai tre piccoli incomodi. Coppia inedita su grande schermo ma destinata a ritrovarsi in futuro perché la loro chimica, comica questa volta, funziona dando ritmo e brillantezza a una storia che si basa tutta sullo scarto tra la felice superficialità spruzzata di egoismo e la genitorialità imposta dal sortilegio. Inutile cercare di trovare altro, perché si rimarrebbe delusi e perché il copione deve obbligatoriamente seguire i binari previsti dalla commedia che deve attirare le famigliole intere.

Potrebbe essere una nuova chiave dopo l’esaurimento per consunzione del cinepanettone natalizio e festivo. Appena uscito, il primo gennaio, Tre di troppo è stato salutato da un discreto successo al botteghino. Merito di un film assolutamente senza alcuna pretesa, se non quella di intrattenere offrendo qualche momento di divertimento per tutta la famiglia.
Un’ultima notazione la merita Fabio De Luigi il cui esordio alla regia, Tiramisu, si era rivelato piuttosto modesto, qui invece, con la complicità di Raffaele e di alcune situazioni imprevedibili ha dimostrato di sapere portare a casa il risultato con dignità.