Transgender banditi dall’esercito Usa, la Corte Suprema è con Trump
Colpo di mano Via libera alle restrizioni volute dalla Casa bianca per l'accesso alle forze armate, nonostante la legge sia ancora in discussione nelle corti minori
Colpo di mano Via libera alle restrizioni volute dalla Casa bianca per l'accesso alle forze armate, nonostante la legge sia ancora in discussione nelle corti minori
La Corte Suprema Usa ha deciso di far entrare in vigore le restrizioni volute da Trump riguardo la presenza di persone transgender nelle forze armate, nonostante la legge sia ancora in discussione nelle corti minori.
Secondo la legge di Trump le persone transgender, sia che stiano aspettando le cure per la transizione da un genere all’altro, sia che vi si siano già sottoposte, non possano far parte dell’esercito in quanto sarebbero “distratte” dalle proprie vicende personali, e rappresenterebbero “un costo” troppo alto.
La legge prevede la possibilità di fare delle eccezioni per i militari transgender che sono già nell’esercito dopo aver dichiarato il genere nel quale si riconoscono, o per chi è disposto a fare il militare “nel proprio sesso biologico”.
Questo è un brusco dietrofront rispetto alle regole implementate da Obama nel 2016, secondo le quali era previsto che l’esercito si assumesse le spese mediche dei propri dipendenti.
Trump aveva sorpreso persino i suoi stessi consiglieri militari quando, nel luglio 2017, aveva annunciato via Twitter un bando assoluto al servizio militare per le persone transgender.
Il consigliere legale di Lambda, Peter Renn, ha dichiarato che la decisione della Corte Suprema solleva “a dir poco delle perplessità: da un lato nega la richiesta dell’amministrazione Trump di rivedere le sentenze dei tribunali inferiori prima che i tribunali d’appello si siano pronunciati, dall’altro da modo all’attuale governo di cominciare a discriminare, almeno per ora, mentre il contenzioso è ancora in svolgimento. Per più di 30 mesi, i militari transgender hanno servito apertamente il nostro Paese con valore e distinzione, ma ora il tappeto è stato strappato da sotto i loro piedi, ancora una volta”.
La nuova regola non sarebbe un “divieto generale”, ha concluso la Corte, in quanto “non tutte le persone transgender vogliono cambiare genere preferito o soffrono di disforia di genere”.
Chiunque abbia un minimo di conoscenza riguardo questo argomento sa che questa nuova svolta è un passo nella direzione opposta a quella di non discriminare e non rendere la vita impossibile ai militari che non si riconoscono nel proprio sesso biologico.
Per gli attivisti dei diritti dei transgender, questa mossa va oltre le regole militari, e segnerebbe un precedente importante per i datori di lavoro civili che si sentirebbero così autorizzati ad operare discriminazioni.
“Odio l’esercito americano – ha scritto su Twitter la disegnatrice teansgender Carta Monir – ma conosco anche tanti transgender per i quali è stato l’unico mezzo che ha impedito loro di essere senzatetto e alla fame. Quando anche il soggetto che accoglie tutti ti da un calcio, che ti resta da fare?”
Dei nove giudici in carica allla Corte Suprema, i quattro di orientamento politico progressista hanno votato contro le restrizioni, i cinque conservatori, a favore.
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