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Traiettorie musicali per molteplici flussi

Traiettorie musicali per  molteplici flussi

Musica Bad Plus e Joshua Redman, il pianista Vijay Iyer, Umbra Jazz scommette su uno scenario contemporaneo

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 17 luglio 2015

Un inizio (10-12 luglio) con musica e jazz italiano per la rassegna umbra: Paolo Conte (in ricordo di Sergio Piazzoli), Subsonica (special project), Ramin Bahrami e Danilo Rea, Stefano Bollani, Brass Bang, Consonant Quartet di Giovanni Tommaso, Orchestra Nazionale Giovani Talenti di Paolo Damiani. Non sono, tuttavia, mancati jazzisti internazionali quali Charles Lloyd e Brad Mehldau. Nonostante il caldo, a tratti feroce, il pubblico sembra rispondere secondo un triplice flusso: i recital gratuiti che animano piazza IV Novembre, corso Vannucci e i Giardini Carducci, arricchiti da musicisti, artisti e venditori di strada; gli appuntamenti serali «principali» all’Arena S.Giuliana; i concerti pomeridiani e notturni al teatro Morlacchi dove (specie nella «sottorassegna» Young Jazz) si sta presentando uno scenario del jazz contemporaneo come da tempo non accadeva nel festival.

 

 

Nelle giornate di inizio settimana (13-14) punte di eccellenza artistica sono state, sinora, raggiunte dal Vijay Iyer trio, dal quartetto del sassofonista portoricano Miguel Zenon e dai Bad Plus con Joshua Redman. Idolatrati da un pubblico giovanile gli Snarky Puppy (autografi, firme e selfie compresi) ma poco di spessore, amabilmente routinieri Herbie Hancock e Chick Corea; deludente il trio del chitarrista danese Jakob Bro, nonostante la galvanizzante presenza del batterista Joey Barron («Youg Jazz»)

 

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A percorrere la cittadina umbra ci si accorge che sono stati chiusi due «storici» negozi di dischi (Mipratini, Egea) ed anche nei luoghi dei recital di Umbria Jazz solo al teatro Morlacchi si possono comprare cd e libri. Ben presenti i punti-vendita del merchandasing mentre nell’Arena Santa Giuliana c’è un Restaurant Stage con ristorante stellato e cena d’autore. Segno dei tempi, del «trionfo della tavola» insieme ad una musica che si è fatta «liquida», che gli appassionati, se serve, scaricano dalla rete.

 

 

Da undici anni il pianista americano di origine indiana Vijay Iyer (miglior pianista 2014 per l’international critics pool della rivista Usa down beat) suona con il contrabbassista Stephan Crump ed il batterista Marcus Gilmore. Attirano pubblico attento perché sono ai vertici delle classifiche americane,il loro ultimo album Ecm, Break Stuff, sta avendo notevoli riscontri. La loro è una musica che scava nelle strutture ritmiche, iterativa e di vasta architettura, capace di essere ipnotica e sorprendente, come un organismo mutante che cresce e si sviluppa sotto le tue «orecchie». Esemplificativo è il loro trattamento della popsong Human Nature che diventa terreno per variazioni, frammentazioni, destrutturazioni.

 

 

Felice l’incontro tra l’eclettico ed iconoclasta repertorio dei Bad Plus ed il «tenorissimo» Joshua Redman. I quattro hanno collaborato in vario modo ma connettere le loro filosofie sonore non era facile: i Bad Plus hanno aperto la loro musica, dove non mancano strutture ed una peculiare cantabilità, e Redman si è inserito in queste maglie con degli assoli ben costruiti, intensi e «passionali», tanto da strappare più volte l’applauso.

 

 

 

Herbie Hancock e Chick Corea (primo settore a 77 euro) hanno intrattenuto il pubblico con una certa classe ma senza un’idea forte – e forse una motivazione reale – del suonare insieme, mischiando elettronica e acustica, Watermelon Man ed Easy to Love.

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