Tragedia delle armi: un tabaccaio spara e il ladro muore
Pavone Canavese Il commerciante, nel cuore della notte, esplode sette colpi verso tre malviventi che scappavano dopo la rapina. Il ministro esulta
Pavone Canavese Il commerciante, nel cuore della notte, esplode sette colpi verso tre malviventi che scappavano dopo la rapina. Il ministro esulta
Pavone Canavese è un piccolo Comune di meno di 4 mila abitanti a pochi chilometri da Ivrea, in provincia di Torino. Nella notte tra giovedì e venerdì, un tabaccaio, Marcellino Iachi Bonvin, detto Franco, 67 anni, svegliato dai ladri che tentavano il colpo nel suo negozio, ha ucciso uno dei rapinatori, un ventiquatrenne di origine moldava, incensurato, di cui, fino a ieri sera, non è stata resa nota l’identità. Un fatto drammatico su cui, adesso, soffia il tifo invadente del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che prontamente ha tweettato «#iostocoltabaccaio» e che si augura «possa fruire della nuova legge che garantisce la legittima difesa a tutti».
L’UOMO È ORA INDAGATO dalla procura di Ivrea per eccesso colposo di legittima difesa. Un atto dovuto «per garantirgli il diritto della difesa e la presenza di un avvocato», spiega il procuratore Giuseppe Ferrando, ma anche per conoscere «come sono andati realmente i fatti». Sono, infatti, ancora molti i punti da chiarire nella dinamica dell’accaduto, come, per esempio, la traiettoria dei proiettili e come questi sono esplosi, elementi su cui ieri hanno iniziato a lavorare gli agenti della scientifica. «Per capire se è possibile applicare la normativa sulla legittima difesa è condizione indispensabile ricostruire in modo puntuale lo svolgimento dei fatti», aggiunge il pm. La vittima, secondo i primi accertamenti, sarebbe stata raggiunta al petto da uno dei colpi sparati dal tabaccaio.
È successo tutto intorno alle tre di mattina del 7 giugno, quando è buio pesto. Tre uomini entrano nel cortile accanto al negozio e forzano le porte laterali dell’esercizio, avventandosi su una scambiamonete. Sono incappucciati ma non armati, hanno con sé, però, un palanchino. In quel momento suona l’allarme che sveglia Iachi Bonvin, che dormiva nell’alloggio sopra la ricevitoria. L’uomo, dopo aver detto ai famigliari di rimanere tranquilli, impugna la pistola, regolarmente denunciata, e scende in cortile. Lì sarebbe nata una colluttazione: urla e minacce. E, mentre i tre rapinatori cercano di scappare, il tabaccaio preme il grilletto. A quanto pare, più volte.
Un proiettile raggiunge il ventiquatrenne, che crolla dieci metri dopo sul marciapiede. Portato in commissariato e poi in procura, di fronte al procuratore Ferrando Iachi Bonvin si è avvalso della facoltà di non rispondere alla presenza del suo legale, l’avvocato Sara Rore Lazzaro. «Lo risentiremo la prossima settimana e ci spiegherà come sono andate le cose – conferma Ferrando – umanamente è una persona molto provata: sa che, in ogni caso, è stata una cosa grave».
IL PM HA RAVVISATO l’ipotesi di eccesso colposo in legittima difesa, anche perché l’aggressore non era armato di pistola, ma di un palanchino di ferro. L’articolo 52 della nuova normativa prevede che la punibilità sia esclusa se chi ha commesso il fatto per la salvaguardia della propria o altrui incolumità abbia agito in condizioni di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto. Non è, dunque, possibile dichiarare automaticamente «innocente» l’imprenditore come grida la folla, alimentata dagli strali di Salvini. «Se avesse fatto il medico o il muratore, oggi sarebbe tranquillo su questa terra», commenta, riferendosi all’uomo ucciso, il titolare del Viminale. Nonostante il pugno duro gialloverde a firma Salvini, resta, tuttora, in capo alla magistratura stabilire se chi ha sparato ha commesso reato.
IL TABACCAIO canevasano avrebbe subito tra il 2004 e il 2014 sette rapine. Si cercano ulteriori riscontri per chiarire la dinamica dell’accaduto e, tra l’altro, continua la caccia ai complici del giovane. Si attendono nuovi sviluppi: per gli inquirenti di Ivrea sarà fondamentale ascoltare la prossima settimana la versione del tabaccaio di Pavone Canavese. Nel Comune della provincia di Torino, la solidarietà nei confronti di Iachi Bonvin è larga: «Siamo con te hai fatto bene», hanno urlato alcuni lavoratori usciti da una fabbrica. Il procuratore Ferrando prova, però, a tenere basso il livello dello scontro: «Non vogliamo far montare nessuna polemica».
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento