Politica

Vertici confermati, finale unitario. Ma nel voto emergono due linee

Magistratura democratica Una mozione approvata all’unanimità è il suggello della conclusione unitaria del congresso delle «toghe rosse». Con il pieno sostegno alla linea della segretaria uscente Guglielmi, Md riafferma la volontà di […]

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 5 marzo 2019

Una mozione approvata all’unanimità è il suggello della conclusione unitaria del congresso delle «toghe rosse». Con il pieno sostegno alla linea della segretaria uscente Guglielmi, Md riafferma la volontà di «continuare a sviluppare la sua soggettività politica, concretizzandola nel quotidiano esercizio della giurisdizione e dell’autogoverno, all’interno dell’associazionismo giudiziario in Area», cioè nel gruppo che unisce Md e l’altra corrente progressista Movimento per la giustizia.

Sul punto delicato del coordinamento fra Md e Area, la mozione finale parla di «massima condivisione degli obiettivi» e «permanente scambio di informazioni per assicurare incisività all’azione». Traduzione: Md non deve «chiedere permesso» ad Area per dire e fare ciò che vuole, ma si impegna a cercare la massima sinergia possibile.

La concordia fra la maggioranza della segretaria e del presidente Riccardo De Vito e la minoranza dell’ex presidente dell’Anm Eugenio Albamonte è solo parziale, però. Fra i 12 membri del nuovo consiglio nazionale (cioè il direttivo) della corrente non vi sono esponenti «albamontiani», perché nessuno di loro si è candidato. E a voler marcare ulteriore distanza, 47 schede bianche nell’urna.

Per Guglielmi e De Vito rispettivamente 286 e 256 voti che valgono la scontata riconferma come ticket di guida. Rieletti la torinese Giulia Locati, il bolognese Letizio Magliaro e la fiorentina Elisabetta Tarquini, figure di spicco della sinistra interna. Fra le new entry, Stefano Musolino, pm antimafia a Reggio Calabria, che si profila come «pontiere» con la minoranza, e il 30enne Simone Spina, giudice di prima nomina a Siena.

Le prossime settimane mostreranno la tenuta del compromesso raggiunto. Per la minoranza il punto decisivo è che l’autonomia di Md non crei fratture con Area, per la maggioranza l’unità di intenti con Area non deve avere come conseguenza lo spegnersi della voce più radicale di Md. Non paiono esserci divergenze, invece, sulla linea da tenere per il rinnovo dei vertici dell’Anm, previsto per fine mese. Tutta Md, con Area, è per continuare la giunta con i centristi di Unicost e la destra di Mi.

L’incognita è semmai sull’atteggiamento di Mi, cui spetta per rotazione la presidenza. Recentemente si è smarcata dalle critiche dell’Anm a Salvini, e una svolta filo-governativa potrebbe portare alla crisi della giunta unitaria.

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