Tra le illusioni del «Planetarium» l’aria dei tempi
Al cinema Due sorelle veggenti nell'Europa della seconda guerra. Il film di Rebecca Zlotowski ricostruisce il passato documentando il nostro presente
Al cinema Due sorelle veggenti nell'Europa della seconda guerra. Il film di Rebecca Zlotowski ricostruisce il passato documentando il nostro presente
Un treno attraversa l’Europa. Tra i passeggeri, ci sono due sorelle, due veggenti, che si esibiscono nelle capitali del vecchio continente. C’è una certa inquietudine nell’aria. Ma la maggiore rassicura la più giovane: « Domani ci sveglieremo a Parigi».
C’è stato un tempo, tra le due guerre, in cui Parigi è stata la capitale del XX secolo. Una città aperta a tutti quelli che, erranti in un’Europa in preda alla follia, cercavano riparo. Poi, come si sà, il rifugio si è trasformato in una trappola. Il terzo lungometraggio di Rebecca Zlotowski cerca di rappresentare il paradosso del rifugiarsi. La prima immagine è quella del titolo. Un «planetarium» è un luogo a meta strada tra il cinema e il museo scientifico. Ci si distende e si guarda in alto, per osservare, per pensare, per sognare. È certo un posto accogliente. Ma il rifugio ci tiene al riparo dal male o ci impedisce di vederlo?
Le nostre due veggenti sono arrivate nella capitale. Dopo uno spettacolo, incontrano un grande produttore: Korben. Korben è alla ricerca di un’illusione più vera e più forte del cinema stesso. Si innamora subito della coppia che trascina nella propria villa. Con questo personaggio, il film rievoca la figura storica e tragica dell’imprenditore Bernard Natan, vittima di una campagna di antisemitismo delle più feroci: gli si rimproverò di aver fatto fallire una società fondata da «bravi francesi». Perduta la Pathè, e la nazionalità francese, Natan è deportato ad Auschwitz, dove muore nel 1942. In quelli che furono i suoi teatri di posa, oggi c’è la Femis, la scuola di cinema che anche Rebecca Zlotowski ha frequentato. Ed è importante che ad incarnare Korben sia Emmanuel Sevigner, un attore che dopo essere stato il protagonista di due film di Arnaud Desplechin è sparito dalla scena.
Facendolo ritornare (in un ruolo in cui è perfetto), Zlotowski evoca anche il fantasma della Sentinella, un film in cui, per la prima volta, si faceva capire che le opposizioni ideologiche dell’Europa di Yalta stavano per essere sostituite da opposizioni di tipo etnico-religioso.
Ambientato negli anni che precedono l’occupazione, Planetarium è un film attuale. Arriva nelle sale in un momento in cui ogni ricostruzione del passato documenta il nostro presente: la crisi economica, il nazionalismo, la paura del nemico interno. C’è un tanfo di Vichy nell’aria. Ora, il cinema è il luogo dove ne prendiamo coscienza? O dove la perdiamo?
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