Tra coscienza, asprezza e furore predicatorio
Note sparse Nuova produzione discografica, "Legend of E'Boi (The Hypervigilant Eye)" per l'altosassofonista afroamericano Darius Jones
Note sparse Nuova produzione discografica, "Legend of E'Boi (The Hypervigilant Eye)" per l'altosassofonista afroamericano Darius Jones
L’altosassofonista afroamericano Darius Jones è uno dei pochi in grado di evocare credibilmente le migliori stagioni del free e post-free, in particolare quella del Loft Jazz dei Settanta senza apparire velleitario. Il suo fraseggio possiede l’urgenza e l’autorevolezza del miglior jazz, lo sguardo in avanti e al tempo stesso la coscienza della propria Storia in particolare del Blues. Chi tratterebbe con la stessa forza espressiva un work song pescato dalle registrazioni sul campo di Alan Lomax come No More My Lord? Jones lo fa nel suo nuovo lavoro Legend of e’Boi (The Hypervigilant Eye), settimo capitolo del progetto discografico iniziato nel 2009 e pubblicato dalla Aum Fidelity. Con lui il bassista Chris Lightclap e il batterista Gerald Cleaver. Jones torna dunque alla formula del trio come i primi due volumi della serie, formula a lui particolarmente congeniale per poter esprimere tutto il suo debordante e fluviale solismo che alterna asprezza e furore predicatorio. Rimane inspiegabile come mai un musicista così non abbia avuto modo di farsi ascoltare maggiormente e sia praticamente sconosciuto in Europa.
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