Le piazze semivuote e occupate solo dagli osannanti fedelissimi. Gli ultimi sondaggi che continuano a vedere la pupilla Susanna Ceccardi distante otto, nove punti da Eugenio Giani. La percezione di una corsa sempre più in salita. E lo sberleffo della sinistra di Tommaso Fattori che si appella all’elettorato di destra, a partire da quello di Forza Italia, perché sostenga Giani con il voto disgiunto. Insomma, le due settimane ferragostane di Matteo Salvini in Toscana non sono state un successo.
Lui ci prova a stanare l’avversario principale: “Mi sembra che qualcuno stia scappando dal confronto – attaccava anche ieri Salvini – mi aspetto in quest’ultimo mese di campagna elettorale più confronti Giani-Ceccardi su giornali e tv”. Ma anche questo, a ben vedere, è un segnale di debolezza. E Giani, che ieri sera ha portato Nicola Zingaretti a Cascina, proprio in casa di Ceccardi, a sostegno del candidato sindaco dem Michelangelo Betti per le elezioni comunali che si svolgeranno in contemporanea alle regionali, non replica. Continuando a battere ogni angolo della Toscana dove, negli ultimi mesi, si è accreditato come affidabile erede di Enrico Rossi con tutti i sindaci. Compresi quelli di diverso colore politico.
Va a finire che Alessio Ranaldo, il giovane 33enne bocconiano eletto recentemente a capo di Confindustria Toscana, pur non dando indicazioni di voto, da buon pratese ha dato alla “Repubblica” una chiave di lettura tanto pragmatica quanto leggibile. “Se il centrodestra avesse lanciato un candidato moderato, avrebbe avuto più chance. Dopo di che tutti si devono mettere in testa che la situazione economica è catastrofica. Le risorse Ue vanno spese bene. Serve chi lo sappia fare. Anche a Roma”. E chi se non il Pd, che qui ad esempio ha già pronta per Rossi la carica di assessore in un comune dell’hinterland fiorentino, in modo da permettergli di mantenere le sue cariche nello snodo nevralgico di Bruxelles?
Anche Massimo Torelli, che coordina la campagna elettorale di Fattori, guarda con preoccupazione alle analisi della Cgil che danno a rischio dai 50 ai 100mila posti di lavoro a causa della pandemia. Ma la via d’uscita non può essere certo quella del sempiterno, acritico sostegno al solo mondo dell’impresa e del grande capitale. “Lo slogan che abbiamo pensato per Fattori è ‘Un’altra scelta è possibile’ – osserva – e non si riferisce soltanto a una terza via fra Giani e Ceccardi, che a ben guardare hanno ricette economiche molto simili. Il nostro messaggio è che, se non si cambia radicalmente strada rispetto al passato, che anche prima del covid si connotava anche in Toscana da una sempre più accentuata precarietà lavorativa ed ‘esistenziale’, la lezione della pandemia sarà stata inutile”.
Di lavoro aveva promesso di parlare anche Salvini all’inizio della campagna pro Ceccardi, assicurando che avrebbe tenuto un profilo diverso da quello esibito in Emilia Romagna. Poi però ha finito per parlare della Toscana come di una regione da conquistare “dopo 50 anni di inefficienza e mancato cambiamento”, e giù tutta la solita serie di luoghi comuni sulla “invasione degli immigrati che portano il virus ”, e dei “’vu cumpra’ che passano ogni tre secondi a rompere le palle sotto gli ombrelloni”. “Prima che anche qui il truce Salvini continui la caccia al nero come aveva già fatto per i cinesi di Prato – gli ha subito risposto Rossi – lo avverto che in agosto su 516 positivi gli immigrati extracomunitari sono il 7%. Tutti gli altri, il 93% siamo noi, italiani, europei e bianchi in genere”. Ma, almeno per ora, il leader della Lega non riesce proprio a cambiare registro.