Visioni

Torride danze di gelosia e un deserto di caviglie sottili

Torride danze di gelosia e un deserto di caviglie sottili«Bud in The Brown Bunny» di Vincent Gallo

Brividi caldi Un percorso fra i film più «bollenti», erotismo, cambiamenti climatici e calore fuori controllo. Philippe Garrel e Vicent Gallo

Pubblicato 3 mesi faEdizione del 22 agosto 2024

Due brividi caldi del nuovo secolo. Une été brûlant di Philippe Garrel, film dall’aria tremula, bruciante come la carne di un miraggio, uno spettro che compare in una stanza d’ospedale. Coscienze che, sotto le spoglie del film, divampano nell’estate parigina e romana; sensi consumati dall’enigma amoroso; tramonti e penombre penetranti attraverso le finestre, facendosi solitudine, soffusa tra gli amanti, sui comodini, negli intonaci ostinatamente blu alle loro spalle, fino a quanto Frédéric (Louis Garrel) assiste alla scena di Angele (Monica Bellucci) che balla con un uomo accettandone, in movenze sinuose, accosciamenti, sfioramenti di labbra, la blandizie. È la coreografia, il ritmo di una gelosia torrida, sudata, assoluta, che sfiaccola lì in interno borghese, in interminabile soggettiva, interminabile supplizio. È il rito ardente, asfissiante della perdita del possesso officiato da vacui danzatori, girotondi: saltellano pieni di vita.

E SOSPESA tra vita e morte, riesumazione spettrale, ultracorpo crepitante di calore, d’afrore, è l’estate di Bud in The Brown Bunny di Vincent Gallo, uno dei capolavori del nuovo millennio, forse il più bel trailer che si possa immaginare (schermo diviso in due: prolessi, analessi, le sottili caviglie di Daisy-Chloë Sevigny). Estate di vagabondaggio nelle eterotopie americane (stazioni di servizio, strade interminabili, crocicchi su cui vegetano fulve ragazze dai denti di perla). Va Bud lento con il suo furgone, come un piano sequenza lento, o a tutta velocità su una moto, antieroe nel vento, nel deserto diafano, mentre dal vetro del parabrezza arriva Milk and Honey di Jackson C. Frank. L’estate, non più tremula ma ferma, impaludata in morte stagnazioni di caldo, diverrà vischiosa, appiccicosa dentro una stanza d’hotel, alla luce incandescente di una resurrezione. Le caviglie sottili di Daisy.

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