Lavoro

«Torniamo in piazza: troppe vertenze e il contratto va rinnovato in fretta»

«Torniamo in piazza: troppe vertenze e il contratto va rinnovato in fretta»Metalmeccanici in piazza in un'immagine di repertorio

Intervista a Francesca Re David La segretaria della Fiom: Fca parte male, non ha rispettato gli accordi firmati a marzo in Cnhi tagliando gli investimenti e il governo è un muro di gomma

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 25 giugno 2020

Francesca Re David, alle 10,30 a piazza del Popolo a Roma tornate in piazza. Quanto vi è mancato farlo in questi lunghi mesi?
Ci è mancata tanto perché la partecipazione è elemento fondamentale della vita democratica del paese. Abbiamo fatto quantità industriali di videochiamate per rimanere in contatto con i delegati ma la piazza è tutt’altra cosa. Ci torniamo nel rispetto totale di tutte le norme con un’assemblea di delegati che saranno seduti e distanziati e una pedana al posto del palco. Un’assemblea all’aperto, al centro della città per essere ascoltati è una buona strada anche per il futuro.

La segretaria generale della Fiom Francesca Re David

Nel frattempo arrivano brutte notizie dal mondo Fca. La consorella Cnhi ha deciso di modificare il piano di investimenti sugli stabilimenti di Brescia e Lecce. Non un buon prodromo per il prestico Fca che ha avuto ieri il via libera anche dalla Corte dei conti.
Al Mise avevamo firmato a marzo un accordo che partiva dalla ricollocazione dei lavoratori di Pregnana Milanese e prevedeva tutta una serie di investimenti. Cambiarlo dopo pochi mesi mettendo a rischio stabilimenti fondamentali come Brescia e Lecce è molto grave. In Fca la proprietà è la stessa e quindi siamo molto preoccupati e chiediamo al governo di legare strettamente il prestito ai vincoli sul rispetto degli investimenti e dei livelli occupazionali. Non sappiamo più come chiedere un tavolo sull’auto: il governo è un muro di gomma. In Spagna il governo si è mosso per salvaguardare uno stabilimento Cnhi.

Voi oggi farete parlare i delegati delle «100 vertenze da risolvere per far ripartire il paese».
Sì, vogliamo rimettere assieme le vertenze storiche irrisolte come Whirlpool di Napoli, Bekaert, Embraco e tutta la siderurgia con la richiesta di politiche di settore perché non possiamo stare tranquilli con il decreto Rilancio: il 17 agosto scade il blocco dei licenziamenti e la Cig per Covid poco dopo. Serve quindi allungare il blocco a fine anno e una riforma che renda gli ammortizzatori universali e duraturi. Le crisi industriali si risolvono assieme alle parti sociali. Il messaggio è anche per le imprese che invece rivendicano soldi da gestire da soli quando dal 2017 hanno solo chiuso e delocalizzato.

Intanto è ripartito il confronto per il rinnovo del contratto nazionale. Federmeccanica segue Bonomi o la trattativa si sbloccherà?
Ci siamo rivisti dopo 4 mesi di blocco. Federmeccanica ha affermato di volere rinnovare il contratto nazionale, questo è importante ma non abbiamo affrontato ancora nessun argomento di merito, compreso l’aumento salariale. Ci siamo aggiornati all’8 luglio ma se prima dell’estate la trattativa non si sblocca è chiaro che bisognerà decidere cosa fare.

Federmeccanica chiede uno sconto sul salario a causa dell’effetto Covid? Molte fabbriche al nord annunciano di rimanere aperte ad agosto.
Non viviamo in una bolla e sappiamo che le cose sono cambiate. Ma un aumento salariale importante è necessario anche per far ripartire la domanda. La nostra piattaforma, votata dai lavoratori, è pienamente valida, di certo alcune sue parti – come la gestione degli orari e la formazione – avranno più peso, compreso lo smart working. Non vorremmo che la volontà di rinnovare il contratto, ribadita da Federmeccanica, servisse solo per prendere tempo e gestire le richieste di flessibilità, depotenziando il contratto nazionale. Non lo consentiremo certamente.

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