«Torniamo in piazza: troppe vertenze e il contratto va rinnovato in fretta»
Intervista a Francesca Re David La segretaria della Fiom: Fca parte male, non ha rispettato gli accordi firmati a marzo in Cnhi tagliando gli investimenti e il governo è un muro di gomma
Intervista a Francesca Re David La segretaria della Fiom: Fca parte male, non ha rispettato gli accordi firmati a marzo in Cnhi tagliando gli investimenti e il governo è un muro di gomma
Francesca Re David, alle 10,30 a piazza del Popolo a Roma tornate in piazza. Quanto vi è mancato farlo in questi lunghi mesi?
Ci è mancata tanto perché la partecipazione è elemento fondamentale della vita democratica del paese. Abbiamo fatto quantità industriali di videochiamate per rimanere in contatto con i delegati ma la piazza è tutt’altra cosa. Ci torniamo nel rispetto totale di tutte le norme con un’assemblea di delegati che saranno seduti e distanziati e una pedana al posto del palco. Un’assemblea all’aperto, al centro della città per essere ascoltati è una buona strada anche per il futuro.
Nel frattempo arrivano brutte notizie dal mondo Fca. La consorella Cnhi ha deciso di modificare il piano di investimenti sugli stabilimenti di Brescia e Lecce. Non un buon prodromo per il prestico Fca che ha avuto ieri il via libera anche dalla Corte dei conti.
Al Mise avevamo firmato a marzo un accordo che partiva dalla ricollocazione dei lavoratori di Pregnana Milanese e prevedeva tutta una serie di investimenti. Cambiarlo dopo pochi mesi mettendo a rischio stabilimenti fondamentali come Brescia e Lecce è molto grave. In Fca la proprietà è la stessa e quindi siamo molto preoccupati e chiediamo al governo di legare strettamente il prestito ai vincoli sul rispetto degli investimenti e dei livelli occupazionali. Non sappiamo più come chiedere un tavolo sull’auto: il governo è un muro di gomma. In Spagna il governo si è mosso per salvaguardare uno stabilimento Cnhi.
Voi oggi farete parlare i delegati delle «100 vertenze da risolvere per far ripartire il paese».
Sì, vogliamo rimettere assieme le vertenze storiche irrisolte come Whirlpool di Napoli, Bekaert, Embraco e tutta la siderurgia con la richiesta di politiche di settore perché non possiamo stare tranquilli con il decreto Rilancio: il 17 agosto scade il blocco dei licenziamenti e la Cig per Covid poco dopo. Serve quindi allungare il blocco a fine anno e una riforma che renda gli ammortizzatori universali e duraturi. Le crisi industriali si risolvono assieme alle parti sociali. Il messaggio è anche per le imprese che invece rivendicano soldi da gestire da soli quando dal 2017 hanno solo chiuso e delocalizzato.
Intanto è ripartito il confronto per il rinnovo del contratto nazionale. Federmeccanica segue Bonomi o la trattativa si sbloccherà?
Ci siamo rivisti dopo 4 mesi di blocco. Federmeccanica ha affermato di volere rinnovare il contratto nazionale, questo è importante ma non abbiamo affrontato ancora nessun argomento di merito, compreso l’aumento salariale. Ci siamo aggiornati all’8 luglio ma se prima dell’estate la trattativa non si sblocca è chiaro che bisognerà decidere cosa fare.
Federmeccanica chiede uno sconto sul salario a causa dell’effetto Covid? Molte fabbriche al nord annunciano di rimanere aperte ad agosto.
Non viviamo in una bolla e sappiamo che le cose sono cambiate. Ma un aumento salariale importante è necessario anche per far ripartire la domanda. La nostra piattaforma, votata dai lavoratori, è pienamente valida, di certo alcune sue parti – come la gestione degli orari e la formazione – avranno più peso, compreso lo smart working. Non vorremmo che la volontà di rinnovare il contratto, ribadita da Federmeccanica, servisse solo per prendere tempo e gestire le richieste di flessibilità, depotenziando il contratto nazionale. Non lo consentiremo certamente.
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